Montecampione: per il rilancio servono 3 milioni (e forse ci sono)

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    Almeno tre milioni di euro: tanto serve per rilanciare (ma sarebbe meglio dire: salvare) la località sciistica di Montecampione.

    Questa volta i profughi, "parcheggiati" a 1800 metri di quota, non c’entrano. Qui si parla di piano industriale per salvare la località sciistica più vicina alla città, vera e propria scuola di sci di tanti bresciani che su queste nevi si sono fatti le ossa. Per non far cadere tutto i piano di rilancio servono (presto) circa 3 dei 4,7 milioni di debito della Montecampione Impianti. Di questi, due saranno sborsati da imprenditori privati che hanno interessi, soprattutto immobiliari, nella località, e l’altro sarà probabilmente sborsato dagli enti pubblici locali, Comunità Montana, Bim, comuni (Artogne e Pian Camuno in primis, ma anche Gianico e Darfo) e da Valcamonica Servizi. 

    Che gioco gioca la Provincia in tutto ciò? Sta a guardare o interviene, se non con denaro almeno con infrastrutture (ad esempio, come chiesto da Mario Bezzi, presidente di Montecampione Impianti, trasformando in provinciale la strada che da Pian Camuno porta in quota)? E’ ancora presto per dirlo, ma per ora si registra l’importante comunione di intenti tra tutti i soggetti interssati dal rilancio, il che è la notizia più positiva possibile.

    Le idee per Montecampione non mancano (una nuova scuola sci, la più bella di tutta la Lombardia, il collegamento con Boario Terme, il rilancio della ricettività enogastronomica, il collegamento con la stazione di Bovegno), forse nemmeno i soldi per realizzarle.
    a.c. 

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