Uccise la ex convivente con una fucilata, e anche al termine del processo di secondo grado la sentenza è stata quella dell’ergastolo. Lo ha deciso ieri sera la Corte d’assise d’appello di Brescia – presidente, Enrico Fischetti – nei confronti di Raffaele Brandi. Come già accaduto in occasione del giudizio di primo grado, celebrato nel settembre 2010 con il rito abbreviato, l’imputato si è visto infliggere una pena più pesante di quanto richiesto dall’accusa. Un anno fa il pm chiese la condanna a 18 anni e invece arrivò l’ergastolo; ora in appello il procuratore generale aveva chiesto 30 anni, ma anche questa volta la sentenza è stata ergastolo.
Brandi, 47enne originario di Napoli, il 27 luglio 2010 uccise con una fucilata Rossana Di Leva, 37 anni, la donna con cui viveva e che un mese prima se n’era andata di casa. Un distacco mai accettato dall’uomo, al quale è stato contestato l’omicidio con l’aggravante della premeditazione e anche lo stalking. La donna dopo molte insistenze era tornata nell’abitazione di Marcheno per un chiarimento, ma la situazione degenerò. Brandi fece fuoco, una sola e mortale fucilata all’addome. L’omicida chiamò quindi il figlio ventenne per consegnargli del denaro, poi si dileguò. Quella stessa sera però si costituì ai carabinieri di Rozzano, nel milanese.