L’Ovest della provincia (Chiari, Orzinuovi, Palazzolo, Rovato)

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     ll pil dell’economia bresciana prima della crisi cresceva inmisura superiore alla media regionale e nazionale non solo grazie al trend positivo della produzione industriale ma anche allo sviluppo del terziario. A fare la parte del leone l’export, che si stabiliva su livelli di eccellenza nazionale. In questo contesto, l’Ovest bresciano era ed è fra le aree della provincia in cui lo sviluppo dei servizi si manifesta più chiaramente. Il sistema economico dell’area Sebino-Franciacorta si va progressivamente terziarizzando anche se rimane schiacciante la sua vocazione manifatturiera. Considerando la variazione degli occupati negli anni 2001-2006 si registra una diminuzione degli addetti nella manifattura e nell’industria estrattiva-energetica, parallelamente ad una crescita occupazionale nel settore delle costruzioni e dei servizi. Secondo uno studio presentato da Gianfranco Tosini di Aib nell’ambito di un incontro promosso da Fondazione Cogeme Onlus, la percentuale degli occupati in quest’area nell’anno 2006 mostra ancora una distribuzioneper macro settori sbilanciata sul versante industriale (41,9%) e dei servizi connessi (16,0%), seguita dal settore delle costruzioni che coinvolge il 19,7% degli addetti, ma trova spazio anche una fetta importante di lavoro, pari al 18,6%,che rientra nell’ambito commercio-alberghi e un 4,5% di addetti impiegati in altri servizi (sanità, istruzione, assistenza, servizi pubblici). Considerando in dettaglio il settore più rilevante (industria manifatturiera) nell’area Sebino-Franciacorta (2001-2006) vediamo prevalere la metalmeccanica (22,8% degli occupati), seguita dal settore gomma e plastica(19,7%) e dal tessile-abbigliamento-calzaturiero (12,5%) che ha perso un gran numero di addetti nel quinquennio in esame. Nel medesimo periodo la maggior crescita nel numero di lavoratori sull’asse Rovato-Iseo si registrava nella filiera agroalimentare con un +19,8% di occupati. Ma dati più recenti mostrano che il territorio pur essendo a forte vocazione agricola sta perdendo addetti in questo settore in seguito allo sviluppo di imprese commerciali, alberghiere e del terziario. L’area Sebino-Franciacorta si configura dunque come un distretto ad elevata specializzazione manifatturiera ma in grave crisi economica e una (per ora) modesta specializzazione terziaria che però schiude nuove orizzonti di sviluppo. I tradizionali rapporti di forza fra industria e terzo settore stanno dunque ridisegnando nuovi scenari nei quali la Franciacorta potrà giocare un ruolo di primo piano anche grazie alla forte attrattiva residenziale del territorio. Se dal 1971 al 2000 la popolazione provinciale è cresciuta del 16%, nello stesso periodo la popolazione dell’area Sebino-Franciacorta è cresciuta del 73%, attirando soprattutto negli ultimi anni un numero significativo di residenti autoctoni del capoluogo nei comuni franciacortini integrati nell’area metropolitana di Brescia. Nuovi residenti ad elevato potenziale di conoscenza in grado di favorire un modello di sviluppo basato su una crescita omogenea di vari settori produttivi, con un forte innesto di qualità sulla specializzazione turistica e culturale alla quale l’area è particolarmente votata. Come è noto il territorio si caratterizza infatti per la presenza di numerose località di interesse artistico (casali, abbazie, borghi medioevali) e, già inserito in un contesto ambientale ricco di fascino (il paesaggio collinare, il lago, i vigneti) ha potenzialità turistiche da mettere a profitto mediante una riqualificazione generale votata alla massima valorizzazione degli asset strategici nel quadro di una rigida salvaguardia ambientale. Il comparto turistico Franciacorta- Iseo è oggi ricco ma di nicchia e la sua debolezza strutturale può essere potenziata anche da una più consapevole valorizzazione dei prodotti tipici, ripartendo da quelli che già hanno ottenuto importanti riconoscimenti (su tutti Franciacorta Docg e Terre di Franciacorta Doc in ambito vinicolo) ma anche dalla qualità dell’offerta nell’agroalimentare e nella zootocnica.

    Il tessuto economico moderno e dinamico, la vicinanza con il capoluogo, rendono l’area particolarmente indicata anche per uno sviluppo neo industriale con attività economiche ad alto contenuto innovativo e società di servizi basate sulla conoscenza.

    La media densità di industria pesante e manifattura tradizionale in Franciacorta è una presenza che richiede di essere meglio governata per armonizzarsi con il nuovo sviluppo del dopo crisi. Anche perché quando l’economia ripartirà non ci sarà più posto per tutti. Se la crescita economica degli anni scorsi ha rafforzato patrimonialmente le imprese dell’Ovest consentendo loro di reggere gli effetti della recessione con il fieno messo in cascina, ora la contrazione della produzione industriale apre scenari di riconversione.

    Sembra certo allora che da questa crisi ne uscirà una situazione diversa, nella quale sin da ora bisognerebbe prepararsi per cogliere al meglio le condizioni della ripresa

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