La Valle Sabbia tra natura,sport, industra e turismo ( Gavardo, Odolo, Vestone, Idro, Ponte Caffaro)

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di Alessandra Tonizzo – Terra della siderurgia, settore trainante dell’industrializzazione nel bresciano, del turismo lacustre (camping rilassanti e sport nella cornice dell’Eridio) e montano (Blumone, Gaver, Colombine, Misa, Corna Blacca, Pezzeda, Maniva e Baremone le “palestre di roccia” della valle), la Valle Sabbia mostra la sua poliedrica realtà a partire dal proprio territorio, la cui morfologia spazia dall’ondulato altopiano carsico ai dolci rilievi morenici. Questa terra, pur così ricca di tradizioni e risorse, si trova al centro di un difficile confronto con le province autonome di Trento e Bolzano, le quali godono di maggiori risorse e, quindi, vantano una migliore qualità della vita. Mentre il movimento dei “Comuni di confine”, che coinvolge 454 paesi appartenenti a 13 comuni (11 bresciani e 2 della provincia di Sondrio), si batte per un’equa ripartizione dei 100 milioni di euro a loro destinati, la Valle non resta a guardare, ma cresce. Quattro eliporti – a Bagolino, Idro, Vestone e Vobarno – sopperiranno alla carenza d’assistenza medica di primo soccorso; un consorzio, di stanza a Nozza di Vestone, presso la sede della Comunità Montana, lavora per portare servizi unificati, rapidi ed efficienti, a tutta la Valle; nel settore agricolo, decine di richieste di fondi accolte e 333mila euro di contributi stanziati. Posto all’imboccatura della Valle Sabbia,  Gavardo, il paese più popoloso del territorio – che risente del clima gardense, più frizzante e movimentato –, cui fa capo l’unico ospedale al servizio della Valle Sabbia e dell’alto Garda bresciano, investe sulle fonderie, sulle numerose manifatture e industrie del settore tessile e calzaturiero (fino a qualche anno fa era attivo il lanificio di Gavardo, nato nel 1889 e alimentato dalle acque del fiume Chiese) e dei materiali destinati alla costruzione. Sul lato sinistro della Valle si estende la cosiddetta “Conca d’Oro”, di cui fa parte Odolo, paese che della lavorazione dell’acciaio fa la sua risorsa principale. Tra i suoi circa 2.000 abitanti, sono le nuove generazioni a prendere le redini del commercio locale, un segnale positivo che riflette un’intraprendenza giovanile diffusa in tutta la zona (si pensi che, solo nel 2010, sono state 9 le imprese agricole avviate nella Valle da persone con meno di 40 anni). Procedendo verso Nord, il paesaggio si fa decisamente più montano: la Corna Blacca incornicia i borghi che coronano Vestone, il comune che ospita la sede della Comunità Montana e ora vive un momento di difficoltà a causa della chiusura d’alcune grandi aziende. Si risponde alla crisi risolvendo piccoli disagi – recenti i lavori di riqualificazione del centro storico –, e guardando al futuro – nell’area ex Ave, progetti per unità abitative e un centro commerciale –, ma per i ragazzi mancano diversivi e attrattive: l’ultimo “colpo di grazia” è stata la chiusura dell’auditorium, unica sala di proiezione laica della Valle. Salendo verso Lavenone, si scopre il Lago d’Idro, le cui annose vicende sulla regimazione delle acque e l’escursione dei livelli (ora sotto controllo), lasciano il posto a progetti concreti: quello da 350mila euro, inerente il monitoraggio tecnologico dell’ammasso franoso, la “paleofrana” che sovrasta l’Eridio; il controllo delle competenze sulla navigazione del lago, passato dalla Provincia al Consorzio dei Municipi di Garda e Idro; quello per la sicurezza di tutto il lago (risanamento degli argini e sistemazione dei torrenti), grazie a un fondo di 51,3 milioni stanziato solo per il comune di Idro. Più a Nord si colloca Ponte Caffaro, frazione del comune di Bagolino, il borgo che separa il territorio bresciano da quello trentino e dove il fiume Chiese sfocia nel lago. Qui, anche i prodotti tipici sono espressione di una terra di confine: non solo il famoso bagoss, i prodotti lattierocaseari delle montagne circostanti e l’ottimo pesce persico del lago, ma anche il pregiato mais che contribuisce alla formazione della nota farina di Storo (il primo comune trentino dopo il confine), prodotta e commercializzata dalla cooperativa “Agri 90”. Proprio a Ponte Caffaro, inoltre, è nata un’eccellenza dello sport acquatico lacustre, il kitesurf, con una scuola avviata da due giovani campioni che prestano la propria esperienza al servizio di nuove leve (come Greta Menardo e Daniele Nicolini, piccoli fuoriclasse). Ma la Valle Sabbia è teatro di altre e diverse attività sportive, tutte da pubblicizzare: mountain bike (37 gare e 13 eventi in programma nel 2011), arrampicata su roccia, marcia, canottaggio, pesca, parapendio, motociclismo, trekking, vela, windsurf, e ancora sci, sleddog (corsa con slitta trainata da cani, per cui si sta pensando ad un anello di 3 km nella piana del Gaver), ciaspolate e biatholn (sci di fondo e tiro al bersaglio). A un anno di distanza dal nostro viaggio nella Valle, troviamo un territorio cresciuto, più consapevole dei suoi pregi, delle lacune, impegnato a capire come vivere al meglio le proprie ricchezze

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