Come il paese sposta il suo centro ( Nave, Bovezzo )

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    di Alessandra Tonizzo – Mentre percorriamo la strada provinciale 237 per recarci a Nàe, comune della Valle del Garza che ha superato i 10mila abitanti, ripensiamo al passato di questo paese, che fece la sua fortuna con il ferro, ed ammirando la cartiera che si staglia all’orizzonte siamo spinti a pensare come i tempi, oggi, siano davvero più fragili. Dal ferro alla carta, dal traffico al verde, Nave è una realtà sfaccettata, che non si capisce con un colpo d’occhio, ma parlando sottovoce con la gente che la abita da una vita, e che oggi si sposta sempre più a sud del paese, dove migrano negozi e attività. Gente che la domenica si alza presto e, zaino in spalla, affronta con la famiglia i tanti sentieri del Garza, gente che ricorda con orgoglio il proprio passato storico – Giuseppe Zanardelli fu il primo sindaco di Nave nell’Italia unita –, e che si batte per preservarlo – come ad esempio l’Associazione Amici della Mitria che tutela e conserva l’antica pieve del paese. Tante cose stanno per cambiare, a Nave, dall’ex area industriale (il comparto Fenotti-Comini) in attesa di riutilizzo, al parco del Garza da ampliare, alla tangenziale, miraggio per tutti i navesi. Li lasciamo alle loro speranze e torniamo verso la città, passando per Bovezzo. Boés sembra un paese a sé, a due passi da Mompiano e dalla città, il cui territorio, però, non conosce soluzioni di continuità con quello di Brescia, tranne che per la collina di S. Onofrio. Chiuso il capitolo Prealpino, tira un’aria nuova. Con i suoi 7mila abitanti e più, situato nella Valle del Garza alla confluenza della Valle Trompia, Bovezzo ha conosciuto uno sviluppo edilizio e un incremento demografico che ha fatto in poco tempo più che raddoppiare la popolazione residente, con insediamenti industriali e artigianali che hanno mutato il tessuto socio-economico della comunità locale. Il centro storico, però, langue e Piazza Rota resta il sentito omaggio di uno scorcio di paese ormai spento, mentre più a sud è un florilegio di negozi e botteghe (tra poco, anche la nuova, ecologica, farmacia comunale) popolatissimi. Chiedendoci se questo è il destino dell’hinterland bresciano, percorriamo via dei Prati, seguendo il traffico veloce insieme a chi cerca una scorciatoia per tornare a casa nell’ora di punta

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