Nella valle di Mompiano (Mompiano)

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    di Alessandra Tonizzo – A pochi minuti dal centro città si scorgono i monti della Valle di Mompiano, conca verde abbracciata dai contrafforti che scendono dalla Maddalena. Il paesaggio colpisce la vista di un luogo che deve il suo nome a una geografia benevola: anticamente questa zona era chiamata Montepiano, per sottolineare la sua ubicazione nella pianura subito ai piedi del colle San Giuseppe. Oggi Mompiano restituisce al sole che illumina i suoi antichi lavatoi e le viuzze acciottolate, eredità di un passato indelebile, una doppia anima. Quella frenetica e irruenta del “popolo del calcio”, che approda allo stadio Rigamonti portando tra le case dei mompianesi un tifo allegro e vivace, a volte cancellato dalla maleducazione di alcuni e la violenza e l’idiozia di altri, che si accavallano ai tanti problemi che lo stadio comunque genera in quella posizione. E quella del “popolo del verde”, composto da giovani innamorati e famiglie numerose che cercano l’ombra di ippocastani, betulle e aceri al Parco Castelli, un polmone di quasi 50mila metri quadri. Mompiano, nel suo silenzio, riesce a far festa accomunando avventori ed abitanti. Infatti, c’è chi riesce a vivere questa Valle ora come allora, immerso nel presente di tutti – un po’ caotico e alienante – ma con la consapevolezza di poter trarre dall’atmosfera immota di gentile borgo paesano gli elementi fondamentali per vivere con i piedi ancorati a terra, cercando o reinventando le proprie radici. C’è anche chi guarda a Mompiano come un rifugio lussuoso e lussureggiante per ristorarsi, grazioso teatro in cui passare le ore che la routine del lavoro non ha eroso, godendo del fresco dei monti d’estate e la mitezza degli inverni: un soggiorno rusticano utile ad abbassare le maschere del glamour cittadino. Mompiano guarda, ed accoglie tutti.

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