Gli Spedali Civili si aggiudicano 2 premi sulla ricerca biomedica

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    Oltre 100 progetti su HIV, Epatite B e Infezioni Fungine proposti  da  Università, Ospedali,  IRCCS,  ASL, Associazioni Pazienti,  Società Scientifiche ed  Istituzioni, su tutto il territorio italiano ( 31% Nord ,  41% Centro,  28% Sud), sono stati valutati da un comitato composto da esperti  indipendenti  secondo i principi base  del Gilead Fellowship-Program: l’assoluta indipendenza della ricerca; la presumibile ricaduta positiva e valutabile sul paziente; un piano di lavoro esauribile in tempi medio-brevi; la scelta di patologie ad elevato impatto sociale.

    "La Comunità Scientifica Nazionale ha presentato progetti, – ha affermato il Prof. Mauro Moroni, presidente della Comitato di Valutazione del’iniziativa e Professore Ordinario di Malattie Infettive e Tropicali  – Università degli Studi di Milano –  tutti validi e competitivi con quanto oggi la ricerca produce a livello internazionale. La numerosità e la qualità dei progetti ha reso difficile il compito del Comitato di valutazione,  ma ha sicuramente  documentato la vivacità intellettuale dei Ricercatori italiani, pur impegnati in settori definibili “di nicchia” della patologia umana."

    I vincitori  individuati dal comitato sono stati 16, a cui sarà assegnata una cifra complessiva di 450.000 euro, messa a disposizione da un’azienda privata, Gilead Science Italia;  un contributo significativo in un momento in cui i fondi per la ricerca non sono sempre facilmente reperibili.

    I sedici progetti vincitori coinvolgono 92 ricercatori di tutt’Italia  (Nord: 33%, Centro: 40%, Sud: 27%), con un dato interessante: il 35% sono  sotto i 40 anni,  dei quali  il 70% donne. 

    Il progetto degli Spedali Civili è coordinato dal Dr. Issa El-Hamad della 1° U.O Malattie Infettive. "La  ricerca – ha spiegato   Issa El-Hamad   nasce  dalla necessità di poter comprendere le dinamiche di trasmissione dell’infezione da HIV nella popolazione immigrata e tra popolazione immigrata e autoctona. In questo progetto si utilizzeranno delle sofisticate tecniche di analisi filogenetica per poter capire  quando e dove un soggetto straniero ha contratto l’infezione, se nel paese di origine o in Italia. Utilizzare tecniche di filogenesi significa osservare e utilizzare parte del genoma del virus, cercando di collegare tra loro virus che abbiano condiviso uno stesso progenitore e, partendo da questa informazione, cercare di capire quando una persona si può essere infettata e dove".

    Il Prof. Francesco Castelli, sempre del Dipartimento Malattie Infettive degli Spedali Civili di Brescia/Università degli studi di Brescia è coinvolto in un altro progetto vincitore su prevenzione e trattamento dell’Epatite B nelle partorienti immigrate. “Le gestanti immigrate – illustra Francesco Castelli – rappresentano una ottimale porta di ingresso (anche per la gratuità universale dell’accesso alle cure nel nostro paese) per poter accedere ad una popolazione “sommersa” potenzialmente infetta con HBV o comunque vaccinabile ai fini preventivi (partner, figli nati da precedenti gravidanze). In caso di test negativo, inoltre, il momento gravidico rappresenta inoltre un momento propizio ed irripetibile per vaccinare la gravida o la gestante”.

    Come ha rimarcato il Prof. Mauro Moroni: "E’ emersa una preziosa tipologia di Ricercatori in grado di fondere capacità e curiosità clinica, rigore e metodologia scientifica e sensibilità sociale in un “ibrido” in grado di generare progetti di ricerca autentica. E’ questo un “valore aggiunto” del Fellowship-Program. La disponibilità del finanziamento ed il relativo bando ha permesso l’emersione di questa particolare e irrinunciabile “specie” di Ricercatori che al mattino indossano il camice ed usano il fonendoscopio, parlano con i pazienti e studiano i budget dell’Unità Operativa; di notte sono frequentemente presenti nei Pronto Soccorso e, nel tempo libero, rubato alle famiglie, fanno preziosa ricerca."

    L’amministratore Delegato di Gilead, Roberto Tascione, ha commentato il positivo risultato dell’iniziativa: "per la nostra azienda è motivo di orgoglio aver creato un progetto che permetta di sostenere concretamente e valorizzare la ricerca indipendente in Italia, in aree rilevanti sia da un punto di vista sociale, sia da quello scientifico come l’HIV, l’Epatite B e le Infezioni Fungine.  Credo che – ha proseguito Tascione – aver posto una particolare enfasi, oltre che sul rigore scientifico, sulla dimensione etica e sui benefici tangibili per i pazienti, permetta  di dare al Fellowship program anche una significativa caratterizzazione sociale.” 

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