I giovani Pd ai vertici: Renzi non ha inventato nulla, ma la voglia di cambiamento non è una peste

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Matteo Renzi? “Ambiziosissimo” e “non ha inventato nulla”. Ma i “dirigenti in carica del Partito, che in non pochi casi abbiamo contribuito anche a far eleggere” non devono guardare “a questa pressante e non rinviabile richiesta di cambiamento come a una peste da debellare, perché può generare la possibilità di superare questo momento e porsi come seria forza di governo”. A dirlo, con una lettera, sono tre giovani del Pd Daniele Corini, Michele Zanardi e Nicola Del Bono che – dopo la lettera di poche settimane prima firmata da Orlando, Delbarba e Scalvenzi e l’evento della Leopolda – hanno deciso di intervenire così sul tema del rinnovamento del partito.

ECCO IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA

Un anno fa siamo stati da curiosi al primo incontro della Leopolda proposto dal sindaco Renzi.
Oggi dopo la seconda edizione il dibattito politico soprattutto nell’opposizione e nel PD non può ignorare la questione rottamatori. Non ne siamo né scandalizzati né intimoriti siamo piuttosto propensi a cogliere la sfida tematica, più che quella generazionale (o presunta tale), che solo un uomo dalle spiccate doti mediatiche e dalla comprovata esperienza poteva gettare così prepotentemente sul piatto politico. Che Renzi sia persona ambiziosissima è davanti agli occhi di tutti; che le tempistiche e i metodi siano volti a concentrare l’attenzione su di lui in questo momento di profonda crisi politica è facilmente ipotizzabile. Siamo in un momento in cui le sole parole non possono più bastare servono risposte vere e immediate non perchè le chiede la Merkel o Sarkosy ma perchè ne va dell’esistenza stessa dell’Italia e dell’Europa. Le luci di Berlusconi si spengono piano piano e il Paese è sempre più drammaticamente allo sbando ma l’opposizione vive forse la sua più grossa crisi identitaria. Il Partito Democratico vive o dovrebbe vivere gli evidenti eccessi e le forzature talvolta fuori luogo di Renzi come l’ennesima riprova della necessità di un cambio di passo rispetto a una struttura e a una base propositiva ormai al palo. Già da tempo e dalle più svariate teste vengono richiami di cambiamento sia dal punto di vista generazionale sia dal punto di vista tematico, specialmente nel campo del lavoro e dell’economia. Spesso queste proposte non vengono recepite anche perchè chi se ne fa interprete sui territori non sempre propone quei requisiti di "novità" e "diversità" avendo già da tempo gravitato in aree e sensibilità ben distanti da un cambiamento di contenuti e da un cambiamento generazionale. Forse in queste nuove tesi si pensa di trovare spazi che diversamente fin’ora non c’erano. Forse si pensa che cambiare opinioni rispetto a quanto finora portato avanti possa aiutare a non farsi percepire come i "vecchi" amplificando le possibilità di farsi strada nel futuro quadro politico. Altre volte invece una nuova consapevolezza forgia riflessioni più profonde. Comunque ambizioni e posizioni legittime. Noi vogliamo dire con forza che all’interno del Partito fin dalla sua nascita già c’era e c’è chi è portatore di idee, che per semplificare chiamiamo liberali, che certamente non ha inventato Renzi, e che nemmeno sono così nuove come giustamente il Segretario ha fatto notare. La novità sta nel fatto di volerle applicare seriamente. Il fenomeno Renzi quindi fa paura perché, con l’entusiasmo che ha generato e le persone e personalità che ha aggregato e le forti aperture di consenso interne ma soprattutto esterne al Partito, è seriamente in grado di porre in discussione un recinto tematico, metodologico e valoriale già in crisi, ma finora ritenuto intoccabile. Noi non siamo appassionati dal tema del ricambio generazionale fine a se stesso. Siamo appassionati al confronto di nuove idee davanti a una nuova società seguite dai fatti. Sarà una conseguenza che chi ha proposto le nuove idee e i nuovi metodi abbia poi la responsabilità di realizzarli prima all’interno del PD e poi nelle istItuzioni per il governo delle quali chiederemo la fiducia dei cittadini. Quelle idee e quei temi che sono già connaturati nel dna democratico e – riteniamo – nel nostro. Il nostro appello ai dirigenti in carica del Partito, che in non pochi casi abbiamo contribuito anche a far eleggere, è che non si non guardi a questa pressante e non rinviabile richiesta di cambiamento come a una peste da debellare, perchè può generare la possibilità di superare questo momento e porsi come seria forza di governo.

Daniele Corini

Michele Zanardi

Nicola Del Bono

 

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1 COMMENT

  1. se mi ritrovo candidati bersani, bindi, d’alema
    voto qualsiasi altra cosa … (bhe non esageriamo
    a parte i galantuomini che ci stanno affossando)

  2. a me sambrano i discrosi che facevano da giovani Mariano Rumor, Antonio Gava e compagnia bella. Che grinta, che idee, che rottura col passato !!! Avanti così e ci teniamo Berlusca per i prossimi vent’anni

  3. Magari per arrivare a simili vette di pensiero politico si saranno ritrovati in un direttivo durato ore e ore per limare, aggiustare, migliorare il discorso. Da cui frasi storiche del tipo "è seriamente in grado di porre in discussione un recinto tematico, metodologico e valoriale già in crisi". Ahahahahahah comici

  4. Effettivamente, vuoi mettere quello che si esprime a pernacchie e dito medio? Ben altro spessore, non c’è che dire…

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