Gli affidi famigliari in provincia di Brescia

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    La Provincia di Brescia, in collaborazione con i 13 ambiti territoriali L.328/00, il terzo settore e le ASL del territorio, sta lavorando ad un progetto di buone prassi sul tema dell’affido.

    Dall’analisi dei dati relativi ai minori (fonte dati ASL su invii di dati da parte dei Comuni) emerge chiaramente come gli allontanamenti di minori dal nucleo famigliare di riferimento siano bassi.

    In Valle Camonica abbiano un 85,25% di minori rimanenti nel proprio nucleo familiare e nel resto della Provincia nel 2010 la percentuale è stata pari al 78,15%.

    Le situazioni di disagio non necessariamente sfociano in un allontanamento del minore dal proprio nucleo, infatti molto spesso i decreti del Tribunale per i Minorenni prevedono azioni di vigilanza e sostegno al nucleo stesso e interventi di Assistenza Domiciliare ai Minori che si configura come un servizio rivolto a minori in situazioni di disagio sociale e a rischio di pregiudizio. L’ADM si colloca nella rete dei servizi socio-assistenziali ed educativi con la finalità di supportare le famiglie in situazione di difficoltà temporanea, per riattivare le potenzialità genitoriali e per renderle autonome nell’accompagnamento dei minori alla crescita. Il servizio viene attivato dagli uffici tutela minori dei Comuni e viene garantito dai Comuni stessi, secondo le prescrizioni del Tribunale per i Minorenni. L’allontanamento del minore dal proprio nucleo viene disposto solo quando gli interventi di controllo e sostegno si siano rilevati inefficaci e/o non vi è stata alcuna collaborazione da parte dei genitori, che in alcuni casi anzi, li hanno ostacolati.

    In base alla L184/83 e successive modifiche (L149/2001) il minore temporaneamente privo di un ambiente familiare idoneo e con genitori non disponibili a intraprendere un percorso di responsabilizzazione e di crescita personale, è affidato ad una famiglia, preferibilmente con figli minori, o ad una persona singola, in grado di assicurargli il mantenimento, l’educazione, l’istruzione e le relazioni affettive di cui egli ha bisogno; ove non sia possibile l’affidamento nei termini sopra citati, è consentito l’inserimento del minore in una comunità di tipo familiare o, in mancanza, in un istituto di assistenza pubblico o privato.

    Ogni tipo di intervento è volto al recupero delle capacità genitoriali. È chiara l’importanza degli interventi territoriali a sostegno della famiglia, così come risulta importante l’istituto dell’affido che garantisce al minore un nucleo familiare di sostegno. In alcuni casi però è innegabile che il lavoro delle comunità serve a contenere situazioni difficilmente gestibili in altra forma. Il sistema deve lavorare in stretta collaborazione per permettere al minore uno sviluppo armonico e in grado di garantirgli una crescita serena ed equilibrata: ogni soggetto parte del processo deve avere quale unico obiettivo il benessere del minore.

    Nel territorio bresciano sono molte le realtà, oltre ai Comuni, impegnate in questo lavoro. Il privato sociale è l’espressione della professionalità nel tema dell’accoglienza sia attraverso gli affidi familiari sia attraverso il collocamento dei minori presso le comunità, l’ASL svolge un ruolo significativo nel settore dell’affido, così come hanno iniziato a fare alcuni ambiti territoriali.

    L’ottimo lavoro di collaborazione, intrapreso col Progetto Ufficio di Mediazione Penale Minorile, tra Provincia, Procura e Tribunale per i Minorenni, non può che essere garanzia di professionalità e serietà anche rispetto ad altre problematiche che coinvolgano i minori.

    In allegato il comunicato stampa con i dati completi sui minori in affido in provincia di Brescia.

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