Fusione con Temù, la minoranza di Ponte di Legno chiede un referendum “preventivo”

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    (a. tortelli) Un referendum prima che si avvii dal punto di vista formale la pratica di fusione tra i Comuni di Ponte di legno e Temù. A chiederlo è la minoranza di Ponte, che proprio ieri ha protocollato una richiesta di variazione di bilancio da circa 20mila euro per permettere di finanziare una consultazione tra i cittadini dalignesi. Una mossa giustificata con la volontà di sondare la posizione della gente prima di compiere un passo tanto significativo. Ma anche con l’articolato iter burocratico – definito dalle legge 29/2006 – che dovrebbe portare alla nascita di Pontemù. I consigli comunali delle due realtà coinvolte, infatti, sono chiamati a deliberare la volontà di procedere con la fusione (il voto potrebbe arrivare già a dicembre, ndr), per poi chiamare i propri cittadini ad esprimersi con un referendum i cui esiti non sarebbero comunque vincolanti, visto che già in altri casi il Pirellone – a cui spetta l’ultima parola – ha deciso di procedere all’accorpamento a prescindere dall’esito delle consultazioni. Per scongiurare questo rischio la minoranza di Ponte propone quindi un referendum “preventivo” alla delibera, da indire con voto unanime del consiglio o attraverso la raccolta di una percentuale definita di firme tra gli aventi diritto al voto (circa 1.500 su 1.700 abitanti). “L’obiettivo”, spiega il consigliere della lista ‘Un ponte sul futuro’ Tommaso Costa, “è quello di arrivare a una scelta consapevole. Io oggi ho più di un dubbio sulla fusione, perché la gestione dei due Comuni interessati è già complicata e dubito che attraverso l’accorpamento si possa arrivare a una semplificazione amministrativa. Ritengo opportuno che i cittadini si esprimano in modo da avvalorare la scelta – e in quel caso ci adegueremmo alla volontà popolare – oppure da bloccarla prima che sia troppo tardi. Per questo”, conclude Costa, “anche se l’Aula non dovesse esprimersi in favore del referendum è nostra intenzione raccogliere le firme necessarie perché si tenga comunque”.

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