Quattro nuovi ecomusei regionali in provincia di Brescia

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Sei nuovi Ecomusei entrano a far parte dell’elenco regionale, quattro in provincia di Brescia. E’ quanto ha deciso la Giunta lombarda, dando il via libera, su proposta dell’assessore alla Cultura Massimo Buscemi, al terzo provvedimento di riconoscimento degli Ecomusei, dopo i primi due provvedimenti del 2008 e del 2009. Salgono così a 30 gli Ecomusei riconosciuti dalla Regione.

 

L’Ecomuseo, secondo la legge regionale 13/2007, è definito come "l’istituzione culturale (costituita da Enti locali singoli o associati, associazioni, fondazioni) che assicura, su un territorio e con la partecipazione della popolazione, funzioni di ricerca, conservazione, valorizzazione del patrimonio paesaggistico e dell’insieme dei beni culturali, materiali e immateriali, che sono rappresentativi dell’ambiente e dei modi di vita che lì si sono succeduti e che ne accompagnano lo sviluppo".

 

Dei sei nuovi, quattro sono in provincia di Brescia (Ecomuseo del Botticino – Prevalle; Ecomuseo della Resistenza – Corteno Golgi; Ecomuseo delle Limonaie del Garda Pra’ de la Fam – Tignale; Ecomuseo Valle del Caffaro – Bagolino), uno in provincia di Sondrio (Ecomuseo della Bagnada – Lanzada) e uno in provincia di Mantova (Ecomuseo tra il Chiese il Tartaro e l’Osone: Terra dell’agro centuriato della postumia – Piubega). Con lo stesso provvedimento approvato dalla Giunta, è stato riconfermato il riconoscimento ai 24 Ecomusei già inseriti nella lista regionale. A seguito di una verifica, queste realtà hanno infatti dimostrato di essere ancora in possesso dei requisiti minimi richiesti.

 

"Con questo riconoscimento – ricorda Massimo Buscemi – Regione Lombardia si dimostra ancora una volta attenta alla valorizzazione del suo patrimonio. Ai nuovi Ecomusei accreditati, garantiamo la possibilità di essere valorizzati anche attraverso le campagne di comunicazione regionali consentendo loro l’uso del marchio ufficiale. La ‘certificazione regionale’ garantisce inoltre una priorità nei finanziamenti". "Questi luoghi – aggiunge Buscemi – sono la memoria della tradizione delle diverse comunità che hanno formato un popolo. Solo attraverso la loro valorizzazione e fruibilità ogni cittadino assume piena coscienza del proprio passato, delle proprie radici e della sua patria".

 

Di seguito l’elenco dei sei Ecomusei riconosciuti nelle tre province della Lombardia.

 

PROVINCIA DI BRESCIA

 

Ecomuseo del Botticino – Prevalle L’Ecomuseo interessa i territori dei seguenti Comuni: Botticino, Rezzato, Mazzano, Nuvolera, Nuvolento, Prevalle, Gavardo, Vallio Terme. L’Ecomuseo intende recuperare, conservare e valorizzare le testimonianze materiali e immateriali legate all’attività estrattiva e di lavorazione del marmo botticino, attività che hanno profondamente connotato il territorio e le comunità residenti. Tra gli obiettivi anche quello di analizzare le trasformazioni sociali, economiche, culturali e ambientali storicamente vissute nel novecento dalla comunità del distretto della Valverde, con particolare attenzione alle attività agricole, tessili e meccano-tessili e valorizzare il monumento naturale altopiano delle cariadeghe e recuperare, in funzione ambientale, le cave dismesse.

 

Ecomuseo della Resistenza – Corteno Golgi L’ecomuseo interessa il territorio dei comuni di Corteno Golgi, Edolo, Monno e Aprica: si tratta di un’area montana di rilevante interesse ambientale (Passo del Mortirolo – 1852 m.), a cavallo tra l’alta Valtellina e l’alta Val Camonica, di collegamento tra le province di Brescia e Sondrio. Caratteristica particolare dell’ecomuseo è il tema della Resistenza in Mortirolo: nell’aprile del 1945, durante la Seconda Guerra mondiale fu teatro di due battaglie tra i partigiani e le truppe tedesche in ritirata verso la Germania. – Ecomuseo delle Limonaie del Garda Pra’ de la Fam – Tignale L’Ecomuseo insiste sul territorio del Comune di Tignale e si contraddistingue per due diverse realtà territoriali di grande valenza naturalistica e paesaggistica. La riviera con le sue caratteristiche climatiche e di vegetazione di impronta mediterranea e l’entroterra montano che sfiora i 2.000 metri di quota. Caratteristica particolare e caratterizzante dell’Ecomuseo è il tema della limonaie del Garda, strutture architettoniche, introvabili altrove, testimonianze tangibili di un’epoca e di una civiltà. Le origini delle limonaie (serre di limoni), poeticamente chiamate "giardini ornamentali", risalgono al XIII secolo, quando la coltivazione di agrumi venne introdotta anche sul Lago di Garda. Nacquero queste ‘giganti serre’, caratteristiche del paesaggio, che servivano a proteggere le preziose piantagioni da eventuali inverni rigidi.

 

Ecomuseo Valle del Caffaro – Bagolino Il territorio ecomuseale corrisponde all’intera estensione territoriale del Comune di Bagolino, comprendendo anche la frazione Ponte Caffaro. Dominato dall’imponente corno del Blumone, il territorio di Bagolino è attraversato dal fiume Caffaro, che nasce al Passo del Termine e, scendendo nella conca del Gaver in un alternarsi di ripidi pendii e falsi piani, giunge al paese, per poi affluire nel fiume Chiese nei pressi del Lago d’Idro. Caratteristica peculiare del centro storico di Bagolino è la disposizione delle case, di notevole altezza, addossate una all’altra con portici, sottopassaggi, piccole terrazze, ballatoi, inferriate in ferro battuto, affreschi murali, solai in legno. Le vie che percorrono il borgo sono strette, selciate con acciottolato e porfido, interrotte da numerose scalinate che conducono alla parte alta del paese. Elementi del patrimonio culturale immateriale di Bagolino sono il Carnevale, il Bagoss (formaggio locale) e il dialetto.

 

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