Attività venatoria, le Regione abolisce articoli di legge su caccia in deroga e richiami vivi

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Abrogati gli articoli delle leggi regionali venatorie n.13 e n.16 approvate quest’anno inerenti la caccia in deroga e la cattura dei richiami vivi. Lo ha deciso ieri pomeriggio il parlamento lombardo con voto per appello nominale (61 voti favorevoli, nessuno astenuto, nessuno contrario: ha dichiarato la sua non partecipazione al voto Filippo Penati), recependo così l’invito del presidente della Giunta regionale Roberto Formigoni e ottemperando alla nota inviata alla Commissione Agricoltura dall’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale.

“Assumiamo questa decisione –ha spiegato il presidente della Commissione nonché relatore del provvedimento Carlo Saffioti(PdL)- come segno di attenzione e disponibilità verso la Commissione Europea, consapevoli che quanto contestato è però dovuto a inadempienze legislative in sede nazionale e non certo attribuibili a Regione Lombardia. E’ da anni che in materia di caccia in deroga invochiamo da parte del Parlamento nazionale una normativa chiara e conforme con le direttive europee e che consenta alle nostre leggi regionali di essere al riparo da ogni impugnazione. Auspico che quanto prima il Governo italiano possa provvedere, allineandosi così agli altri Paesi europei anche in materia venatoria”.
Il provvedimento regionale viene contestato in sede europea perché, consentendo la caccia in deroga delle specie storno, fringuello, peppola, pispola e frosone, viola l’articolo 9 della direttiva comunitaria dal momento che “non fornisce alcuna indicazione sulle ragioni e sui motivi concreti che renderebbero necessario il prelievo di queste specie e non rispetta il requisito riferito alla piccola quantità”.

Recependo le stesse motivazioni, in data 21 novembre il Consiglio dei Ministri aveva impugnato anche la legge lombarda sui richiami vivi. Da qui la decisione di intervenire anche su questa legge al fine di evitare il rischio di incorrere in sanzioni pecuniarie.
Approvati tre ordini del giorno presentati rispettivamente da Mauro Parolini (PdL), Alessandro Marelli (Lega Nord) eGianantonio Girelli (PD) che formulano l’invito alla Giunta regionale ad attivarsi presso le istituzioni nazionali ed europee perché dal prossimo anno la Lombardia possa legiferare in piena legittimità sulla caccia in deroga e sull’utilizzo dei richiami vivi. Giudicato invece inammissibile l’ordine del giorno presentato dal capogruppo dell’Italia dei Valori Stefano Zamponi, con il quale si chiedeva di addebitare le eventuali sanzioni pecuniarie ai 43 Consiglieri regionali che avevano votato a favore delle due leggi su deroghe e richiami vivi: la presentazione di questo ordine del giorno ha suscitato vivaci proteste in Aula da parte del presidente Carlo Saffiotiche lo ha definito “ricattatorio, forcaiolo, intollerabile e inammissibile”, supportato su questo argomento anche dagli interventi diGirelli (PD), Azzi e Parolini (PdL), Marelli e Toscani (Lega Nord).
Stefano Zamponi e Gabriele Sola (IdV), Chiara Cremonesi e Giulio Cavalli (SeL) hanno infine sottolineato come questi provvedimenti avessero avuto inizialmente  il voto contrario dei rispettivi gruppi, chiedendo pertanto alla maggioranza dell’Aula di ammettere il proprio errore e riconoscere la bontà delle osservazioni e delle critiche a suo tempo da loro formulate.

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