Via libera a maggioranza da parte del Consiglio regionale alla manovra di Bilancio per il 2012 e per gli anni 2012-2014 (Finanziaria 45 sì, 26 no e 1 astenuto; Bilancio 42 sì, 29 no e 1 astenuto). Nei documenti, che fissano il bilancio regionale sui 23 miliardi, oltre 17 miliardi dei quali (0,6% in più rispetto allo stanziato nel Bilancio 2011) andranno al sistema socio sanitario, è inserita anche la rimodulazione delle addizionali regionali Irpef decise dal Governo nella manovra correttiva. L’aumento delle addizionali regionali Irpef comporterà un aumento dallo 0,9% all’1,23% su tutti gli scaglioni di reddito, così come imposto dal Governo. Tale aumento è retroattivo dunque sarà applicato anche sui redditi del 2011.
Soddisfatto del voto il relatore dei provvedimenti finanziari Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), Presidente della Commissione Bilancio. “Abbiamo portato a casa, nonostante una legge di bilancio soddisfacente grazie al quale la Lombardia potrà continuare ad erogare servizi di qualità, come quelli sanitari”. Cecchetti ha evidenziato “la riduzione di risorse messe a disposizione dallo Stato, in continuità con il 2011, nonché la considerevole diminuzione del tetto di spesa previsto dal Patto di Stabilità che ha portato negli ultimi tre anni a una riduzione della capacità di spesa di circa il 25%. Al di là della difficoltà – ha sottolineato ancora Cecchetti – siamo però riusciti a mettere in campo anche aiuti per gli enti locali lombardi con lo sblocco di risorse pari a 70 milioni di euro per il Patto di Stabilità Territoriale, con la precisa finalità di promuovere gli investimenti sul territorio. E riusciamo a garantire il pagamento ai fornitori entro 90 giorni, un unicum a livello nazionale. Nel frattempo siamo sempre in attesa – ha concluso Cecchetti – che lo Stato ci rimborsi dei servizi sanitari che la Lombardia ha erogato a cittadini provenienti da altre Regioni per ben 769 milioni”.
Negativi i giudizi sulla manovra da parte delle minoranze. Il capogruppo dell’Udc Gianmarco Quadrini ha parlatodi “un Bilancio che manca di consapevolezza e della necessaria condivisione trasversale, un atteggiamento di disponibilità che sarebbe stato invece utile per una gestione migliore delle risorse e per la scelta dei tagli dolorosi da fare”. Per Gabriele Sola dell’Italia dei Valori, la manovra “e’’ un’altra stangata per i cittadini lombardi, che dopo gli aumenti del trasporto pubblico locale sono costretti a pagare il super ticket nonostante di siano sensibilmente ridotti gli investimenti nei servizi mentre si scopre che per i direttori generali sono in arrivo aumenti”. Chiara Cremonesi e Giulio Cavalli di Sel hanno sottolineato che il “Bilancio non ha nessun inversione di tendenza , così la regione rimane sorda su lavoro, scuola, politiche sociali e ambientali”.
Negativo il giudizio anche del Partito Democratico che attraverso il consigliere Enrico Brambilla parla di “un bilancio che non punta sull’equità e sulla crescita, che non riforma la spesa regionale e che segna la fine del federalismo fiscale targato Lega. All’applicazione indiscriminata e retroattiva dell’addizionale regionale Irpef si sarebbe potuta rimodulare l’aliquota decisa dalla Regione oppure, come ha chiesto con forza il PD, esentare dai ticket sui farmaci e dal superticket su visite ed esami i redditi fino a 30mila euro. Sul fronte dell’equità pesa anche il dimezzamento – ha concluso Brambilla – del fondo sociale destinato ai comuni. Il bilancio 2012 manca poi di iniziative che sostengano la crescita e lo sviluppo”.
Secondo il Capogruppo della Lega Nord Stefano Galli, il Bilancio lombardo si inserisce in “un contesto internazionale nel quale i timori di recessioni appaiono purtroppo più che fondati. Per la Lombardia rimane la speranza che fra le conseguenze di questa forte crisi economica e democratica possa affiorare una rinnovata e radicale volontà di coscienza autonomista”:.
Per il capogruppo del PdL Paolo Valentini Puccitelli “si tratta di un bilancio realizzato con scarsi margini di manovra, difficile, che contiene tuttavia significativi stanziamenti per gli investimenti, che sono a quota 600 milioni, e per il credito alle imprese per il quale vengono stanziati 500 milioni.”.