D’Annunzio, presidente malato. Salta l’incontro con i sindacati. E infuria la polemica

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E’ dura la reazione dei sindacati per il rinvio dell’incontro convocato oggi in Prefettura sullo stato di agitazione del personale dell’Aeroporto di Montichiari. Un appuntamento saltato all’ultimo momento per la malattia del presidente della D’Annunzio e del responsabile delle Relazioni industriali.

ECCO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO:

Si è svolto oggi in Prefettura a Brescia l’ennesimo incontro sullo stato di agitazione del personale dell’Aeroporto di Montichiari, proclamato dall’Unione Sindacale di Base. L’incontro è stato purtroppo inutile: la Signora Abbondini, della Direzione Aziendale, e la Dottoressa Marcangeli, dell’Associazione Industriale Bresciana, ci hanno riferito di essere state informate, cinque minuti prima dell’incontro, che il Presidente Bettinsoli ha avuto un malore, e che il Dottor Piras, responsabile delle relazioni industriali, era anch’esso in malattia.

Lo stato di agitazione del personale è stato proclamato per contestare l’uso (secondo noi l’abuso) di personale precario, il mancato pagamento delle straordinarie, la valanga di contestazioni disciplinari a nostri iscritti e simpatizzanti, il licenziamento di un lavoratore e il mancato pagamento del premio di risultato dal 2009 (quando i voli a Montichiari c’erano). Ma soprattutto per rivendicare garanzie e certezze per il futuro dell’Aeroporto e di chi ci lavora. Purtroppo invece siamo di fronte alla mancanza più totale di un interlocutore che possa garantire alcunchè ai lavoratori. Anzi, nonostante i ripetuti annunci sulla presentazione di un piano industriale e sulla riorganizzazione societaria degli "Aeroporti del Garda", a chi in Aeroporto ci sta tutti i giorni risulta una situazione disarmante e preoccupante: la cessione di molti mezzi operativi, il mancato rinnovo di molti lavoratori precari, una situazione (paradossale) di mancanza di personale per i servizi ai pochi voli che rimangono (con il rischio che le compagnie preferiscano altri scali), lo spostamento del personale della Fidelitas (guardie giurate) a Bergamo, la riduzione del personale delle stesse forze dell’ordine e del personale di dogana. Una situazione che non esitiamo a definire "allo sbando", insiema anche alla qualità del servizio fornito con personale sotto organico a Poste Italiane, l’unico vero committente rimasto all’Aeroporto. E tutto nel silenzio dell’azienda che non spiega ai lavoratori e all’opinione pubblica come stanno le cose.

Apprendiamo dai giornali che al "Catullo" di Verona, società proprietaria dello scalo bresciano, è in corso un processo di avvicendamento nei ruoli di responsabilità, una vera e propria "pulizia" del gruppo dirigente. Ci chiediamo: e a Montichiari? Perchè la dirigenza che ci ha ridotto in questo stato è di fatto confermata, anzi assistiamo anche a qualche "promozione"? Perchè finora pagano solo i lavoratori con i mancati rinnovi, con la Cassa integrazione, con le sanzioni disciplinari e con un licenziamento? Perchè pagano proprio loro che non hanno il compito di trovare nuove compagnie e nuovi sbocchi commerciali, facendo magari il "giro del mondo" nei paesi asiatici? E ci chiediamo anche: perchè continua il silenzio di CGIl, CISL e UIL su questa vicenda? E perchè gli enti pubblici che hanno messo e dovrebbero rimettere i soldi in questa azienda, "fiore all’occhiello" dell’economia bresciana, non hanno niente da dire e da dichiarare?  

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