Il vescovo: l’informazione sia credibile e responsabile. Le tasse? Pagarle è un elemento dell’etica cristiana

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“Credibili e incredibili”. E’ stato questo il tema dell’incontro annuale tra il vescovo di Brescia Luciano Monari e i giornalisti bresciani in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono di tutti coloro che credono e lavorano nel mondo dei media. A introdurre l’intervento di Monari – subito dopo la messa riservata ai giornalisti – è stato don Adriano Bianchi, responsabile comunicazione della Diocesi e direttore della Voce del popolo. Don Bianchi ha concentrato il suo breve intervento sui nuovi media, in particolare quelli on line, sottolineando la necessità che anche l’informazione on line sia credibile e sappia sfruttare le sue potenzialità (come la capacità di dialogo con i lettori) garantendo comunque alti standard qualitativi.

Il vescovo, invece, ha esordito sottolineando il fatto che “non esiste contrasto tra conoscenza scientifica e fede perché la prima è un’esperienza storica e poggia su un patrimonio di conoscenze riconosciute da cui è possibile ripartire: senza ‘fede’ anche l’edificio della conoscenza scientifica non esisterebbe”. Monari, ancora, ha parlato della necessità di “riconoscere chi è credibile da chi non lo è”. Evidenziando che il credere – “il dare o non dare fiducia” – non si può basare su ragioni sbagliate o ideologiche. “La convinzione che per comunicare bene basti avere visto bene e e riferire esattamente senza alterazione”, ha spiegato, “è un’illusione, perché comunicare non è un fatto meccanico. E’ inevitabile e giusto che vi sia un’interpretazione dei dati. A volte”, ha continuato, “l’informazione non cerca la verità, ma lo scoop: qualcosa di così strano, inatteso o che corrisponde tanto alle aspettative che viene mangiato dai lettori. Ma la selezione giusta è quella che si fa con un atto di intelligenza: capendo il significato e il valore degli eventi, ma anche ponendosi nella prospettiva giusta per capire ciò che è effettivamente rilevante. Per questo”, ha aggiunto, “bisogna mettere in atto un’intelligenza autocritica per imporsi di riportare il vero, anche se va contro alle nostre abitudini e ai nostri interessi”. Ultimo aspetto evidenziato da Monari è stato quello della “responsabilità nella comunicazione, che richiede di essere attenti anche agli effetti di quello che si comunica agli altri”. In particolare il vescovo ha citato ad esempio (da seguire) la scelta del presidente americano Obama di non diffondere le fotografie del cadavere di Osama Bin Laden.

 

Rispondendo alle domande dei giornalisti, infine, Monari ha fatto riferimento al web, sottolineando che “la comunicazione globale verso cui ci muoviamo creerà una serie di problemi di cui oggi non abbiamo nemmeno la percezione precisa: responsabilità e libertà devono andare insieme, ma trovare i modi corretti per garantire la veridicità delle cose è impresa tutt’altro che facile”. Ancora – facendo riferimento esplicito a Bagnasco – ha ribadito che “pagare le tasse allo Stato è sempre stato un elemento dell’etica cristiana”. Mentre, sulla questione dei brindisi leghisti sulle ceneri delle baracche rom, Monari ha spiegato che “non è che un cristiano non sbagli mai: fa parte della mia responsabilità farglielo notare – con delicatezza – perché si corregga, mettendo in atto quella che una volta si chiamava correzione fraterna”.

 

 

 

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1 COMMENT

  1. non commenta nessunno. come mai? è il delitto più diffuso in italia ma nessuno che abbia voglia di dire nulla. in genere se si parla di delitti i commenti e gli sfoghi si sprecano e tutti danno addosso al delinquente, soprattutto se straniero. qui invece nulla. silenzio e omertà. bene ha fatto il vescovo a parlare.

  2. Vero. Se poi magari lui o qualche suo collega avessero detto due parole anche prima, non sarebbe stato certo disprezzabile.

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