Presunte tangenti, Nicoli chiede ancora i domiciliari

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L’ex vicepresidente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani ci sta riprovando. Il politico bresciano, infatti, lunedì ha fatto appello contro il provvedimento con cui il Gip gli aveva rifiutato gli arresti domiciliari. Tramite il suo avvocato ha ribadito che Nicoli – in carcere dallo scorso 30 novembre per una presunta tangente da 100mila euro – ha sottolineato l’assenza di "gravi indizi" a suo carico e il venir meno delle esigenze di custodia in carcere per l’impossibilità di reiterare l’ipotetica condotta criminosa. Di qui la nuova richiesta dei domiciliari. I termini per la custodia cautelare scadranno comunque il 29 febbraio.
 

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4 Commenti

  1. Ai domiciliari coi soldi della Regione Lombardia. Mi posso immaginare che questa scelta la farebbero volentieri anche i lavoratori greci che privati dei loro diritti e conseguentemente della loro libertà, farebbero carte false pur di percepire un simile stipendio impegnandosi a rimanere chiusi in casa per qualche annetto pur di poter mantenere la famiglia, senza dover fare quella vita di m….che gli si prospetta!

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