Via Crocifissa, una zona che vuole sbocciare | di Bruno Forza

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di Bruno Forza – Traffico incessante, parecchi negozi e parcheggi scomodi. Le vie che compongono il grande trapezio a nord della città hanno un comune denominatore che le rende simili tra loro. Si respira la stessa aria nei pressi di piazzale Cesare Battisti come in piazzale Golgi, alle pendici del castello – dove si congiungono via San Rocchino e via Pusterla – e in via Marconi. Sono strade simili nel volto e nelle abitudini della gente. La regina della zona è via Crocifissa di Rosa, naturale prolungamento del centro storico costellato di negozi e dove svettano palazzi al cui interno l’età media è sempre più elevata. È una delle aree più ricche della città, e nonostante chi abiti qui si definisca soddisfatto del suo livello di vivibilità esistono ampi margini di miglioramento. La scarsità di parcheggi aumenta di qualche punto percentuale il livello di stress di chi si aggira in automobile da queste parti, e un po’ di buonsenso in più da parte dei temuti “distributori di multe” non guasterebbe, se non altro per agevolare le attività commerciali. In via Marconi, invece, i riflettori sono puntati sul sociale. Lo scorso settembre il sindaco Paroli ha annunciato un progetto interessante: la nascita di una cittadella degli anziani che prenderà la luce dopo il trasferimento degli uffici comunali nella sede unica. Un’idea azzeccata per un’area i cui abitanti brizzolati sono in maggioranza. Lo spirito giovanile, infatti, si respira soprattutto tra il liceo Calini e San Faustino, dove il popolo dello zaino in spalla si sposta tra una fermata e l’altra dell’autobus ravvivando di colori e suoni il ticchettio abitudinario di lavoratori affannati al volante. L’altra missione della Loggia, a quanto pare, è quella di disincentivare il movimento su quattro ruote. Si è parlato di shopping sostenibile in centro ma anche in via Crocifissa di Rosa, dove i bikers sono in costante aumento. L’arrivo della metropolitana, forse, costituirà un ulteriore sprone per muoversi in libertà, magari anche in via Pusterla, dove sarebbe bello passeggiare puntando lo sguardo sulla sagoma del Castello e sugli splendidi vitigni del colle Cidneo, non sulle irregolarità di un marciapiede che minaccia costantemente le caviglie e che non protegge i pedoni da vetture che sfrecciano ad alta velocità. Forse lo stratagemma migliore per veder fiorire definitivamente questo trapezio a nord del centro storico e risolvere la grana parcheggi sarebbe il più semplice: lasciare l’auto a casa. Monsieur de la Palice sarebbe sicuramente d’accordo, ma sappiamo bene che i bresciani non sono gente lapalissiana.

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