Servizi, le famiglie bresciane spendono 120 euro in più rispetto a quelle dell’eurozona.

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Il Decreto Legge Liberalizzazioni è in questi giorni all’attenzione dell’aula del Parlamento per la sua definitiva approvazione; la posizione di Confartigianato è stata espressa e sostenuta con nettezza durante l’intero iter del provvedimento e può essere riassunta nella frase: occorrono scelte capaci di incidere nei nodi strategici per la crescita. “Il testo uscito dalle Commissioni ha raccolto qualche nostra istanza, ma non è  sufficientemente incisivo rispetto ad alcuni comparti quali le utilities, le professioni, il credito e le assicurazioni” afferma il Presidente Eugenio Massetti, che aggiunge “per le imprese lombarde il quadro è ancora più difficile. Le famiglie lombarde, per servizi che nella maggior parte dei casi sono scadenti, pagano di più delle famiglie dell’area euro. Il nostro Osservatorio MPI ha messo in evidenza che in numerosi mercati dei servizi potenzialmente interessati da processi di liberalizzazione registriamo prezzi superiori alla media europea. Questo può essere letto come segnale di vischiosità sui mercati e di bassa concorrenza. Basti pensare che in Lombardia la maggiore inflazione nei Servizi (autobus, servizi postali, scuola, giornali, lavanderie, servizi medici e quant’altro), rispetto all’area euro, equivale ad una maggiore spesa su base annua di 614 milioni di euro, pari a 143 euro/anno per ciascuna delle oltre 4 milioni di famiglie lombarde. Inoltre nella nostra Regione, rispetto alla media nazionale, paghiamo di più per autobus, treni, taxi e per usufruire dei servizi di supporto per la cura della casa, mentre in un mercato relativamente più liberalizzato, come quello delle comunicazioni, beneficiamo di una diminuzione più veloce dei prezzi al consumo rispetto al totale Italia”. “A Brescia – sottolinea Massetti – il differenziale di inflazione con l’eurozona comporta una maggiore spesa annua di 63 milioni di euro per servizi domestici, medici, di trasporto, di comunicazione, ricreativi e sportivi e per l’istruzione. Ciascuna famiglia bresciana viene così a pagare 120 euro/anno in più rispetto all’area euro per i Servizi”. “Mi auguro che le decisioni prese siano in grado di rendere il mercato dei servizi più efficiente, in modo da migliorare la qualità dell’offerta ed ottenere ricadute sullo sviluppo e sulla crescita del sistema economico locale” conclude il Presidente Massetti.

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