Se è vero che, come recitava uno slogan qualche anno fa, “si impara da piccoli a diventare grandi”, allora i bresciani fanno bene a richiamare l’attenzione sull’insegnamento dell’educazione stradale fin dai banchi di scuola.
L’Osservatorio sui Servizi di Linear Assicurazioni, la compagnia on line del gruppo Unipol, da sempre attenta a tematiche legate alla sicurezza dei guidatori, ha interrogato gli automobilisti bresciani proprio su questo tema, ed è emerso che ben il 90% degli intervistati vorrebbe che a scuola venisse introdotta l’educazione stradale come materia di studio. Cosa peraltro già inserita in Gazzetta Ufficiale nel luglio 2010 ma di cui si sa ancora troppo poco: nell’articolo 46-bis, infatti, si spiega che dall’anno scolastico 2011-2012 il ministero dell’Istruzione avrebbe dovuto predisporre programmi di educazione stradale nelle scuole di ogni ordine e grado.
Quasi all’unanimità dunque, i bresciani chiedono una maggiore informazione a partire già dalle scuole. Pochissimi i contrari: solo un limitato 3% ritiene che ci siano materie più importanti da insegnare e un 7% sostiene che sia un compito che spetta ai genitori.
Attraverso la ricerca commissionata a Nextplora, l’Osservatorio Linear ha chiesto poi ai cidnei un parere sulla patente a 18 anni. Anche qui pare che gli intervistati abbiano le idee abbastanza chiare: ben il 65% ritiene infatti che sia l’età giusta per iniziare a guidare mentre solo il 12% la vorrebbe abbassare a 16 anni. Il 23% degli automobilisti bresciani, tuttavia, si trova d’accordo nel voler uniformare il conseguimento della patente b alle categorie superiori ed alzare l’età a 21 anni. I motivi? Secondo l’81% degli intervistati i giovani di oggi fanno troppo uso di alcol e droghe, mentre per il 73% sono di fatto poco responsabili.
Il dato curioso è che risulta essere proprio la fascia di età dei giovani la più convinta a conservare le cose come stanno: la totalità degli intervistati tra i 18 e i 21 anni ritiene infatti che i 18 anni siano l’età più corretta per avere la patente.
Secondo i bresciani dunque, la sicurezza sulle strade non deriva tanto dall’età anagrafica quanto dall’esperienza e dal livello di preparazione, che se non parte dalle scuole difficilmente verrà raggiunto con qualche lezione di scuola guida.