Area Piccinelli, oltre al Cesio 14 mila tonnellate di scorie industriali. Il Comune sborserà 2,5 milioni per la bonifica?

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La nuova scoperta di scorie industriali smaltite illecitamente nell’area dell’ex cava Piccinelli di via Serenissima è solo l’ennesimo fattore di inquinamento per l’area sud-est della città. Secondo un’inchiesta condotta dal giornalista bresciano di Radio Popolare Andrea Tornago infatti, i carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico (Noe) avrebbero scoperto nel piazzale ad ovest dell’area radioattiva nuovi cumuli di scorie per un totale di 14 mila tonnellate. Una scoperta che risale al novembre del 2009, ma che è uscita solo oggi, grazie al meticoloso lavoro del giornalista bresciano. Per rimuoverle e bonificare l’area il Comune dovrebbe sborsare oltre 2,5 milioni di euro. Nell’inchiesta Tornago ha fatto anche il punto della situazione di una discarica che, ogni settimana, sembra svelare qualcosa di nuovo. “Verso la fine degli anni ’80 la signora Piccinelli, proprietaria dell’area (assolta dalla magistratura nel 2002) affittò il terreno di via Cerca a una grande azienda di cui lei stessa era amministratrice, la I.M.P.E.S., una ditta che ha lavorato alla terza corsia dell’autostrada Milano-Venezia. Nel 1992 la I.M.P.E.S. trasferì la sua sede a Roma, per poi entrare in fallimento. La scoperta del Cesio radioattivo risale proprio all’estate del 1993. “Tutti sembrano dimenticarsi della I.M.P.E.S. – riporta l’inchiesta – ma c’è un’ordinanza emessa nel 1994 dall’assessore all’Ambiente Berruti, che ordina alla Impes e alla signora Piccinelli di bonificare con urgenza, perché c’era Cesio 137. Ma il Cesio alla cava si riscoprirà solo dopo il grande incidente radioattivo all’Alfa Acciai del 1997. A quel punto però i responsabili non saranno più rintracciabili e il Comune perderà la causa contro la proprietà”.

 

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