Bragaglio (Pd): giusto dire sì alla nuova sede della Cattolica a Mompiano

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Con una nota il consigliere del Pd Claudio Bragaglio interviene sulla questione della nuova sede dell’Università Cattolica nell’ex seminario di Mompiano, dichiarando il suo favore al progetto che ha spaccato la maggioranza di Palazzo Loggia.

ECCO IL TESTO INTEGRALE DELLA LETTERA

Egregio Direttore,

con riferimento alla proposta d’un nuovo polo dell’Università Cattolica, presso gli spazi dell’ex Seminario di Mompiano, ho già espresso in Consiglio un mio orientamento positivo. E’ questa, peraltro, la posizione assunta dal gruppo PD, da altri gruppi di minoranza e dalla Circoscrizione Nord, che corrisponde ad una logica coerente con un’idea moderna di “Brescia: città universitaria”.

Davvero singolare, viceversa, risulta la contrarietà della Lega e del sindaco Paroli che evidenziano una visione molto limitata ed angusta della città, quando non una strumentalizzazione del tutto inaccettabile. Oltretutto era già nota la contrarietà della Provincia, a presidenza leghista. Ed a questa si vorrebbe allineare anche il Comune.

Mi sembra davvero insostenibile la pretesa che una Università non possa ulteriormente espandersi nell’area nord della città, in strutture e spazi peraltro già predisposti a finalità scolastiche ( utilizzati da decenni dal “Lunardi” e – senza obiezioni – per alcuni anni anche dalla Università Statale), per dover rimanere insediata soltanto nel centro storico, confinata in spazi ormai inadeguati. Anche perché dal progetto ipotizzato dalla Cattolica risulta evidente che la sede storica di via Trieste rimane pienamente attiva e che verrebbero meno solo alcune affittanze in plessi decentrati. Oltretutto la nuova attività universitaria verrebbe insediata a nord nell’ambito d’un più ampio contesto urbano già predisposto per attività di eccellenza (Università di Medicina ed Ingegneria, Centro Servizi CSMT), con la possibilità di usufruire di servizi adeguati e della prossimità del Metrò.

Penso che un progetto di questa importanza vada valutato nel merito, anche con eventuali rilievi critici, ma con attenzione e positiva disponibilità, senza alcun pregiudizio. E senza dover raccogliere insinuazioni – che pure sono rimbalzate qua e là – con obliqui riferimenti, in particolare a scelte maturate o più o meno condizionate da affinità “culturali” con i proponenti.

Ritengo che un amministratore pubblico debba valutare con obbiettività un progetto universitario, sia esso della Statale o della Cattolica, semplicemente per il merito e per il suo valore. Questo soltanto è il punto di vista che merita, a mio parere, d’essere assunto nell’interesse (anche urbanistico) della città e della formazione dei giovani. Questo il punto di vista che mi porta ad esprimere con chiarezza il mio orientamento positivo.

Singolare poi che la preoccupazione per il centro storico venga strumentalmente espressa da una Giunta che ha deciso di costruire un “nuovo centro”, alternativo al centro storico (versione dell’arch. Libeskind), con la sede unica dei propri uffici in via Dalmazia. O che ha previsto nel PGT nuovi ed esorbitanti centri commerciali destinati a colpire duramente le strutture commerciali del centro storico. Scelte che, non a caso, hanno suscitato l’unanime contrarietà delle Associazioni dei commercianti.

Che vi sia la necessità d’una proficua utilizzazione dei diversi contenitori storici del centro è problema aperto e che merita lungimiranti soluzioni per la vitalizzazione del centro. Ma che ciò sia di impedimento per nuove attività universitarie a nord della città mi sembra improponibile. A meno che vi sia da parte della Giunta una diversa intenzione su quell’area, ma che nulla ha a che vedere con le strutture educative e molto, invece, con nuovi interventi residenziali e con una qualche tentazione speculativa. Come peraltro echeggiata, per una qualche “voce dal sen fuggita che poi richiamar non vale”, tra le mura della Loggia.

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1 COMMENT

  1. Il centro storico di Brescia è stato oggetto, negli ultimi decenni, di attacchi a ondate successive che lo hanno totalmente snaturato e svuotato. Il peccato originale, forse, è stata la demolizione del quartiere avvenuto nel periodo fascista per far posto a piazza Vittoria. Più recentemente il centro è stato oggetto della colonizzazione delle banche, poi della trasformazione delle attività commerciali in garage e, ultimamente, dell’invasione delle facoltà universitarie. Il tutto a scapito dell’unica realtà che può relmente antenerlo vivo: i residenti. In particolare, con l’invasione un pò megalomane della statale guidata da Preti, che si è accaparrata i complessi più belli nel tentativo di dare dignità ai corsi universitari con i contenitori e non con i contenuti, non c’è stata l’agognata rivitalizzazione, in quanto di studenti residenti in centro non c’è traccia. quindi alle 17.30, svuotate le banche e le aule, i pochi avventori del centro sono gli automobilisti che portano le loro auto nei garage. Analisi forse schematica e limitata ma non lontana dal vero. E allora, non avendo altra soluzione al problema che le torme di studenti che calpestano (spesso ignorandone il valore e rovinandole) le bellezze dei palazzi nobiliari e dei chiostri decaduti a aule per diplomifici, ecco che si tuonano sciocchezze pur di difendere l’indifendibile, attaccandosi a ragioni che, se fossero credibili, muoverebbero le decisioni della giunta in senso esattamente opposto a quello intrapreso. A meno che non ci siano, sotto sotto, ragioni più "materiali&quot ;.

  2. Mettersi di traverso su questo progetto palesa ancora una volta i limiti nella progettualità a medio lungo periodo della giunta. Non vi è dubbio poi riguardo al pregio dell’area di destinazione, una tra le più appetibili.
    La questione del centro storico è pretestuosa e da figlio di commerciante che vive quotidianamente la città, penso che si possa fare di più ma che la priorità per il rilancio del commercio siano gli stipendi e il rilancio economico del sistema: le persone in città ci sono, sono i soldi che sono drammaticamente diminuiti a fronte di costi per affitti e gestione invariati.

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