Castegnato, controlli fiscali sulle residenze disgiunte e sulle seconde case ai fini Imu

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Senza intenti persecutori, ma con ferma determinazione, con una serie di delibere l’Amministrazione comunale di Castegnato sta dando corpo alla ricerca di quell’equità fiscale che passa dal dovere di ciascuno di contribuire correttamente e nel rispetto della legge, ai bisogni collettivi.

 

Dopo aver istituito il Consiglio Tributario, che è stato di fatto depotenziato dai recenti provvedimenti legislativi, e la sottoscrizione dell’accordo con l’Agenzia delle Entrate, la giunta di Castegnato ha deliberato alcune linee di indirizzo ai quali l’Ufficio Tributi si deve attenere, per quanto riguarda le residenze disgiunte dei coniugi e l’effetto che queste hanno sull’applicazione dell’Imposta Comunale sugli Immobili.

 

“”Il caso tipo è semplice — è il commento del sindaco Giuseppe Orizio e del suo Vice Patrizia Turelli, assessore al Bilancio — ed è quello di due coniugi che hanno ciascuno una abitazione che dichiarano come abitazione principale, usufruendo delle aliquote e condizioni privilegiate che questa situazione comporta. Spesso una delle due è nel paese dove tutta la famiglia effettivamente vive e l’altra in luogo di villeggiatura. Per fare questo viene “spezzato” lo Stato di famiglia in contrasto con gli articoli 143 che prevede l’obbligo di convivenza dei coniugi e 144 sulla residenza della famiglia. Ovviamente c’è anche una ricaduta negativa sulle casse comunali perché l’aliquota sulle seconde case è quasi il doppio“”.

 

 

E’ una situazione che non riguarda solo Castegnato

 

Evidentemente no, però c’è una sentenza della Corte Suprema di Cassazione, la numero 14389 del 2010, che ha ben chiarito il concetto di abitazione principale e ciò vale per tutti.

 

 

Che indicazioni avete dato agli uffici comunali

 

La nostra volontà non è di infierire, ma di fare le cose giuste per la nostra comunità, anche consentendo a chi ha sbagliato di ravvedersi e regolarizzare la propria posizione. Con l’Ufficio Anagrafe abbiamo già verificato le risultanze anagrafiche in contrasto con la giurisprudenza. All’Ufficio Tributi abbiamo dato altre indicazioni. Una volta individuate le situazioni, verranno inviate lettere per invitare il contribuente a recarsi entro 30 giorni presso l’ufficio tributi al fine di chiarire la posizione, producendo eventuale documentazione giustificativa (esempio separazione legale, ricovero in strutture o altro). In mancanza dei requisiti per il riconoscimento della condizione di abitazione principale, inviteremo il contribuente a regolarizzare la residenza entro 60 giorni ed in tal caso, vista la buona fede dimostrata, non procederemo all’emissione degli avvisi di accertamento per gli anni pregressi. Decorsi questi termini senza aver ricevuto eventuali osservazioni e/o documenti, procederemo all’emissione degli avvisi di accertamento per i cinque anni pregressi e segnaleremo per conoscenza ad eventuali altri Comuni interessati le posizioni verificate.””

 

 

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