Verrà presentata nei prossimi giorni dalla proprietà a mezzo dell’avvocato Marulli, l’istanza di fallimento della Bpb, l’azienda di Castegnato che ha cessato l’attività di pressofusione in alluminio, lasciando senza lavoro i 76 dipendenti. E’ quanto emerso dall’incontro tra il sindaco Giuseppe Orizio ed il vice sindaco Patrizia Turelli ed alcuni dei soci che fanno parte della proprietà.
L’istanza di fallimento, che mette una pietra tombale su qualsiasi possibilità di recuperare e riprendere tutta o parte dell’attività, consentirà al sindacato di fare richiesta della Cassa Integrazione straordinaria, quando, dal 13 aprile prossimo, cesserà la Cassa Integrazione ordinaria.
Al rincrescimento per la cessazione dell’attività che dal 1974 è operativa sul territorio, nonché alla preoccupazione per la condizione in cui vengono a trovarsi le 76 famiglie, espresse dagli amministratori di Castegnato, la proprietà ha risposto facendo presente che purtroppo non è stato fatto tutto quanto era possibile per consentire la prosecuzione dell’attività.
"Al sindacato Fiom – ha detto la proprietà agli amministratori di Castegnato – è stata prospettata fin da gennaio la possibilità di riorganizzare l’impresa ridimensionando la situazione in essere. Eravamo in grado di garantire l’occupazione per una quarantina dei 76 addetti, avevamo ordini e clienti per farlo, ma ci è stato risposto: "o tutti o nessuno". Il risultato è che non abbiamo potuto dar corso ad un piano di riorganizzazione, abbiamo dovuto cancellare gli ordini e cessare di fatto l’attività lasciando a casa tutti i dipendenti.".