Il vicesindaco Fabio Rolfi plaude alla proposta di Laura Castelletti di trasformare Brescia in una “Smart city”. “Non soltanto una cosa buona, ma anche fattibile ed in grado di rendere la Città più attraente e vivibile”, dice l’esponente del Carroccio, che elenca alcune delle opportunità dei prossimi anni per la Leonessa.
ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO
L’idea di far diventare la nostra Città una Smart City, una Città intelligente grazie all’implementazione delle nuove tecnologie attraverso una regia unica che investa in questa direzione, mi pare un’ottima idea. Non soltanto una cosa buona, ma anche fattibile ed in grado di rendere la Città più attraente e vivibile. Onore alla consigliera Castelletti di aver posto il tema, anche se il PGT non è il contesto all’interno del quale porre questo ragionamento. Gli investimenti tecnologici non necessitano per forza di trasformazione urbanistiche e del resto la nostra Città di passi in avanti ne ha fatti in questi anni: l’avvio del wi fi in centro storico, che deve essere necessariamente esteso in altre zone, la progressiva modernizzazione dei servizi demografici che consente a sempre più cittadini di ottenere certificati online direttamente da casa (es. timbro digitale) o ancora servizi come Icaro che, esteso a tutti i punti nascita della Città, consente alle famiglie che hanno avuto il lieto evento di procedere direttamente all’iscrizione anagrafica del figlio/a e tutte le pratiche conseguenti direttamente dall’ospedale. Ancora l’estensione di tutti i servizi anagrafici presso le anagrafi decentrate, l’erogazione di servizi di altre pubbliche amministrazioni (INPS; Asl etc..), tramite la condivisione delle banche dati direttamente presso i nostri sportelli etc.. Certo una “smart city” non è soltanto servizi demografici d’eccellenza, è molto ma molto di più. È un modo di intendere lo sviluppo della Città, è la volontà politica di investire nelle infrastrutture immateriali, nella crescita della cultura digitale. È una sfida che credo che Brescia debba assumere in toto, con la consapevolezza che in questi anni comunque dei passi in avanti (forse anche perché eravamo rimasti abbastanza “indietro”…) ne abbiamo fatti.
Se lo smart è quello dell’assessore alle chiacchiere allora è meglio una boring city.
tanto ci penseremo noi,non certo questa amm che andrà a casa
sentire da rolfi il termina smart….
og,meno francobolli che ti fanno male…….
Small ci sei già tu vicesindaco come sono small le tue idee.