Ubi banca, utile netto a 95 milioni di euro

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Il Consiglio di Amministrazione del Banco di Brescia, presieduto da Franco Polotti, ha approvato ieri il progetto di bilancio al 31 dicembre 2011, che verrà sottoposto all’assemblea degli Azionisti il 5 aprile, per l’ approvazione del bilancio e per la proposta di distribuzione di un dividendo di 0,0315 euro per ciascuna azione totalmente detenuta dalla Capogruppo Ubi Banca. Lo comunica in una nota il Banco di Brescia. Il Bilancio 2011 si è chiuso con un utile netto di 95 milioni di euro, significativamente in crescita rispetto ai 72 milioni del 2010 (+31,9%). I proventi operativi, pari a 541,7 milioni, hanno mostrato il progresso di un punto percentuale rispetto all’anno precedente. In quest’ ambito, gli interessi netti sono ammontati a 324,4 milioni di euro, pressoché allineati al valore del 2010. Le commissioni nette, pari a 200 milioni di euro, hanno fatto registrare un incremento dell’1,9% rispetto al 2010. I proventi netti di gestione, pari a 14,9 milioni di euro, hanno evidenziato una crescita di mezzo punto percentuale rispetto all’anno precedente. Sul versante dei costi è proseguito l’ impegno della Banca a controllarne le dinamiche. In virtù di questa attività di monitoring, gli oneri operativi, pari a 312,8 milioni di euro, sono diminuiti dell’1,4% rispetto a quelli – già compressi – dell’anno precedente. In sintesi, essi comprendono: spese del personale per 173,7 milioni di euro (+0,5% rispetto al passato esercizio), altre spese amministrative per 128,8 milioni di euro (-3,4%) ed ammortamenti per 10,3 milioni di euro (-7,6%). Le dinamiche descritte hanno fissato il valore dell’ indice Cost/Income al 57,7%, quasi un punto e mezzo percentuale in meno rispetto al dato 2010. Al 31 dicembre 2011, la struttura operativa del Banco di Brescia si articolava in 364 sportelli bancari, con 2.584 dipendenti (2.634 collaboratori a fine dicembre 2010 e 362 sportelli).  

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1 COMMENT

  1. Con un drastico calo degli impieghi, un decremento della raccolta indiretta e un timido trend positivo dela raccolta diretta, l’utile è fatto di tagli di spese, minori ammortamenti e maggiori commissioni fate pagare spremendo i soliti clienti. Ecco una Banca in grave crisi, come quasi tutto il Gruppo UBI, i cui soci bresciani (ex San Paolo ed ex CAB) stanno facendo la fine che si meritano trovandosi peraltro in mano un titolo, quello UBI, a zero redditività ed un valore di 3,5 Euro ad azione rispetto ai 22 (!) della fusione San Paolo e CAB. Complimentoni, quasi "meglio" della fusuone A2A !

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