Il capogruppo in Regione Galli pronto a chiedere la revoca delle deleghe per la Rizzi

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Non c’è solo il segretario provinciale della Lega Nord di Brescia Fabio Rolfi ad attaccare Monica Rizzi. Anche il capogruppo della Lega in Regione Stefano Galli ha dichiarato in un’intervista: «Di assessori regionali coinvolti nell’inchiesta c’è solo lei. La Lega deve prendere provvedimenti pesanti su chiunque si rivelerà responsabile di irregolarità». Fino alla revoca delle deleghe «qualora venisse confermato quanto emerge dall’inchiesta». Quanto a Reno Bossi, secondo Galli “sulle sue dimissioni dovrà essere fatta una valutazione in consiglio federale”.  

Ma la Rizzi non ci sta e replica duramente a Galli: «Non mi sorprende l’atteggiamento del capo gruppo in Regione Stefano Galli pronto a chiedere la mia testa per il presunto coinvolgimento nell’inchiesta di Milano (dove non sono neppure indagata); mi pare di rivedere lo stesso film dell’anno scorso quando la mattina della perquisizione della Guardia di Finanza nei miei uffici aveva inneggiato alla cosa. Dopo un anno, nel corso del quale in molti si sono impunemente divertiti (ma solo per ora) a infangare la mia reputazione, il mio avvocato mi ha appena comunicato che le indagini che mi riguardano sono prossime alla conclusione. Dispiace solo umanamente l’atteggiamento diverso visto che tre settimane fa, a poche ore dalla notizia dell’avviso di garanzia a Davide Boni, il nostro capogruppo si era mostrato remissivo e ipergarantista, parlando della Lega come di una grande famiglia che difende tutti i suoi figli».

 

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2 Commenti

  1. Rul-fi il ruffiano della Lega ,detto il Bull(o)dog… Povero Rolfi Fabio, enfant prodige senza prodigi né fanciullezza. Il partito è deriso, i celtidisgregati. Trote e batraci hanno ammazzato il sogno. E lui, per sublimare il dolore, occupa la tivù,insieme alla sua corte di SBORDONALI e maroniani di fede provata. In difesa e a baluardo di un’utopia infranta. Rai,Giornale di Bs,Brescia Oggi ,Corriere,BresciaNew s ecc.: non se ne fa mancare una. Giovedì, a un certo punto, era contemporanea,in collegamento da un cerchio magico tutto suo, dove Babbo Natale esiste davvero e pure la Befana (che magari è Rosi Mauro). Messo alle strette dadomande larghissime, cominciava a tremare, e allora giù testa bassa e LANCIA IN RESTA, e fa rispondere alla donzella Sbordonali ,che sborbotta una nenia uguale a quella detta or ora dal suo epigono. Gonfiava il doppio mento, che si faceva triplo e quadruplo, quintuplo e periodico. Ammetteva la presenza di mele marce. Sottolineava “le strane coincidenze”. Poi, narrava la sempiterna Parabola del Leghista illibato: la raccolta firme, l’impegno, l’onestà e che ora lui tutti buttera FUORI DAL CERCHIO MAGICO , per restar solo lui e il suo nuovo giro….. . Che bimbo tenero: tutto è perduto, ma lui resiste. Resiste. Resiste. Quasi come un giapponese padano. ( libera interpretazione di un articolo di Andrea Scanzi da il Fatto Quotidiano)

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