Live Art debutta da Saottini, tra “racconto e dettaglio”

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“Racconto e dettaglio”. Sono queste le due parole chiave della serata di debutto di Live Art, iniziativa promossa dal Gruppo Saottini e dall’associazione ArteIngenua rappresentata nell’occasione da Ferdinando Magnino e Anna Leopaldo. Il primo appuntamento si è tenuto dalle 19 nella sede di Saottini di via Fenzi. A fare gli onori di casa Beatrice Saottini, che ha indicato nelle “somiglianze e diversità tra percorso creativo e imprenditoriale” il filo conduttore della serata. Con lei Umberta Gussalli Beretta, Bruno Santori (direttore stabile e artistico dell’Orchestra Sinfonica di Sanremo), il gallerista milanese Giacomo Manzoni, l’assessore alla Cultura del Comune di Brescia Andrea Arcai e il responsabile del dorso bresciano del Corriere Massimo Tedeschi. Oltre agli artisti Francesco Levi e a Guido Azzalin, le cui opere – esposte nella sede di Saottini – sono le vere protagoniste dell’iniziativa. Levi ha cercato di “raccontare” 72 visioni della città attraverso i dettagli e la forma del disegno. Mentre Azzalin è partito dai volti umani per fare una riflessione sull’estraniamento. Sempre sul filone del racconto è intervenuto Tedeschi, che ha “raccontato” l’avventura bresciana del Corriere e la lente attraverso cui il giornale guarda la città. Mentre Umberta Gussalli Beretta ha parlato del suo rapporto con il mondo del collezionismo e Arcai ha raccontato le sue “strane collezioni”, come le 470 edizioni prime di Tolkien. Manzoni, ancora, ha raccontato il punto di vista di chi per mestiere si occupa di scegliere, promuovere e vendere arte. Una prospettiva diversa da quella di Santori, che ha cercato di leggere il tema della serata attraverso la sua “partitura”. Numerose le domande del pubblico, che hanno anche provocato un animato dibattito.

 

L’impegno del Gruppo Saottini nell’ospitare questi incontri e nel sostenere l’intero progetto – come si legge in una nota – si traduce nelle parole diBeatrice Saottini: “Per leggere la contemporaneità e poter immaginare il futuro dobbiamo conoscere più linguaggi in modo da poter interpretare meglio i cambiamenti, sempre anticipati dall’arte. In un momento come questo di incertezza proporremo al pubblico strumenti per cercare di orientarsi, avere un ventaglio di possibili letture del mondo che possano aprire orizzonti nuovi e contribuire ad una nuova coscienza collettiva”. Una filosofia che, sempre grazie alla collaborazione con Arte Ingenua, si tradurrà anche in un secondo appuntamento.

 

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