Con una nota la Funzione pubblica della Cgil critica l’Asl accusandola di “dismettere gli uffici che si occupano di infortuni e malattie professionali” e sottolineando che “per tutto il territorio che fa riferimento al distretto di Brescia, ci sarà un solo medico del lavoro”.
ECCO IL TESTO
Nei giorni scorsi un medico del lavoro del distretto di Brescia dell’Asl è stato trasferito in altra sede territoriale. La decisione solleva perplessità per il metodo (mancanza di coinvolgimento alcuno dei soggetti interessati) ma anche e soprattutto per il merito. Il trasferimento pregiudica infatti l’operatività stessa dell’ufficio che si occupa di Medicina del Lavoro nel distretto di Brescia (infortuni e malattie professionali). In pratica, per tutto il territorio che fa riferimento al distretto di Brescia, ci sarà un solo medico del lavoro. E, con tutta la buona volontà, viene difficile pensare che si riesca a dare risposta a tutte le problematiche del distretto. Soprattutto in un territorio come il nostro, sempre in cima alle classifiche (e non è motivo di vanto) per infortuni e malattie professionali. La decisione dell’azienda è in continuità con la frammentazione degli uffici di Medicina del Lavoro avvenuta negli ultimi anni, un processo che noi abbiamo sempre contestato affermando che questo avrebbe portato a un progressivo impoverimento del servizio. I fatti ci stanno purtroppo dando ragione e, con l’annunciato trasferimento, si giunge addirittura allo smantellamento di fatto dell’ufficio di Medicina del lavoro. Una cosa che ci preoccupa fortemente e rispetto alla quale ci auguriamo ci sia la possibilità di aprire una riflessione.