Aib, la lettera aperta di Dallera a sostegno delle imprese e contro la fiscalità locale

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ECONOMIA A BRESCIA - Giancarlo Dallera (ex presidente Aib Brescia) - diritti Andrea Tortelli

Con una lettera il presidente di Aib Giancarlo Dallera si rivolge agli amministratori locali per denunciare l’emergenza collegata all’imposizione fiscale, e in particolare, alla tassa sui rifiuti. Di seguito il testo integrale della lettera:

“Ancora una volta, e con una crescente preoccupazione, mi trovo a dover affrontare il tema della fiscalità locale che pende in questa complicata congiuntura economica, come una spada di Damocle sulle teste degli imprenditori.

Dopo la presa di posizione relativa alla determinazione  dell’Ici anche  sugli impianti dei fabbricati industriali, questa volta mi devo confrontare con l’emergenza collegata alla tassazione rifiuti (TARSU o TIA), rispetto alla quale nelle ultime settimane registro sul territorio degli allarmanti segnali. Pervengono infatti a molte imprese, provvedimenti di accertamento relativi a supposta evasione dall’imposizione con riguardo alle annualità pregresse, dal valore da capogiro di centinaia di migliaia di euro, cifre tali da affossare definitivamente le piccole e medie imprese, già in ginocchio per la difficile situazione economica.

Non intendo evidentemente contestare il normale e certamente legittimo potere di accertamento dei Comuni, né entrare nel merito tecnico della questione, che pur certamente si fonda nei casi cui mi riferisco, su letture particolarmente restrittive che cercano spazio nelle pieghe di una normativa ambientale complicata e stratificata.

Ma debbo con forza farmi ambasciatore del grido indignato di molti imprenditori, che forti di situazioni già da tempo definite e consolidate con il Comune, e sulla scorta delle quali ritengono legittimamente di operare in totale conformità al dettato normativo, si trovano improvvisamente dinnanzi a provvedimenti oltre che totalmente inaspettati, anche fortemente sperequati e sproporzionati rispetto alla realtà. Ciò tenuto conto addirittura, che la maggior parte degli imprenditori provvede al recupero/smaltimento dei propri rifiuti in maniera totalmente autonoma.

Ma non solo: in molti casi, e soprattutto in quelli in cui il Comune ha affidato a soggetti terzi il servizio di accertamento e riscossione del tributo – soggetti che, vale la pena di sottolinearlo, percepiscono il proprio compenso in percentuale su quanto riscosso, le aziende debbono altresì fare i conti con atteggiamenti quantomeno discutibili, che non tengono in alcuna considerazione il ruolo essenziale che l’impresa riveste nel tessuto economico e sociale del Comune di appartenenza.

Sia chiaro: noi imprenditori non chiediamo sconti o facilitazioni, ma pretendiamo che vengano applicati criteri di accertamento che trovino il fondamento nella saggezza interpretativa delle norme e nella equità dell’importo dovuto. La necessità di racimolare risorse per il sostentamento delle esangui casse comunali non può rappresentare la ragione per la quale l’impresa viene fatta oggetto di un prelievo fiscale abnorme e ingiustificato, per di più con il marchio di “evasore”.

In questo momento di estrema crisi dell’economia, considerare l’impresa, già sufficientemente debole, il soggetto cui spetta ripianare i conti pubblici, significa minare la sopravvivenza stessa del sistema produttivo economico italiano/bresciano.

Mi auguro che gli amministratori locali, con i quali desidero al più presto incontrarmi, tengano in considerazione le istanze del mondo delle imprese in un momento terribilmente difficile per l’economia bresciana.

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