Genitori dal giudice per “sfrattare” il figlio 32enne

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Erano talmente esasperati dagli insulti e dall’atteggiamento menefreghista del figlio 32enne che si sono rivolti ad un avvocato e poi direttamente al giudice per ottenere lo sfratto del “bambinone”da casa. E’ successo ad una coppia di genitori bresciani intorno alla settantina. Dopo aver minacciato di sbatterlo fuori di casa e averlo persino denunciato due volte ai carabinieri (ma senza esito), mamma e papà si sono rivolti all’avvocato Giorgio Maione per fare in modo che quel supplizio avesse fine una volta per tutte. Il figlio, un operaio di 32 anni con uno stipendio da mille euro mensili, insufficienti quindi a garantirgli l’indipendenza dalla casa dei genitori, da quattro anni si comportava come vivesse in albergo. Anzi, molto peggio. Rincasava all’alba senza avvisare, da solo come in compagnia, era sempre a corto di denaro e si era fatto ritirare la patente di guida dopo essere stato sorpreso al volante con un tasso alcolemico superiore al limite. Insomma, non certo un figlio modello. Sta di fatto che i genitori, stanchi dopo quarant’anni di lavoro, non hanno retto più e si sono rivolti al giudice per sfrattarlo da casa. Daniela Fedele, giudica della Terza Sezione Civile lo scorso venerdì ha emesso un provvedimento di allontanamento obbligatorio e il unedì successivo ha convocato le parti. Prima è toccato a mamma e papà, poi al figlio 32enne. Quest’ultimo inizialmente ha reagito con stizza, per poi minimizzare, ma ha dovuto piegarsi alla proposta del giudice per non rischiare di finire in mezzo ad una strada. A quel punto, durante l’udienza, il giovane è crollato e ha promesso “faccio il bravo”. Basterà un semplice “sgarbo” però a rendere esecutivo lo sfratto. Gli converrà davvero fare il bravo.

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