Nuovi guai per Nicoli. Indagini su un giro di denaro per le concessioni dei centri commerciali

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Franco Nicoli Cristiani
Franco Nicoli Cristiani

Nuovi guai per l’ex vicepresidente del Consiglio regionale Franco Nicoli Cristiani. Secondo gli investigatori, infatti, nel 2008 Nicoli (allora assessore al Commercio) potrebbe aver incassato da un imprenditore 100mila euro per sbloccare le autorizzazioni di alcuni centri commerciali in provincia di Bergamo. L’ex esponente del Pdl, che continua a ribadire la sua estraneità a qualsiasi tangente, ha già fornito le sue spiegazioni per quei soldi. Ora la pratica sarebbe stata trasmessa al tribunale di Brescia.

 

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11 Commenti

  1. E già che ci siete perchè non controllate la sanità regionale , con le società controllate da N. e a lui riconducibili???? ma non solo lui anche coloro che hanno deciso per anni i nomi dei funzionari permettendo lo sfascio della stessa???

  2. La sanità regionale è così sfasciata che è la miglior d’Italia e compete in Europa.
    Inviterei a frequentare gli ospedali calabri o laziali anche per un’appendicite.

  3. Vallo a raccontare ai pazienti che hanno subito interventi inutili e dannosissimi (Santa Rita) o a quelli bruciati nella camera iperbarica (Galeazzi), spiega bene ai cittadini che pagano i maneggi del San Raffaele. In Lombardia, grazie alle politiche della destra in tonaca, in camicia verde o in vestaglia sexy che favoriscono i privati a danno del servizio pubblico, non ci si fa scrupolo a trarre profitti economici esorbitanti dalla sofferenza dei malati, altro che competere in Europa…

  4. Fatti non parole. Ecco cosa succede quando si leggono solo (alcun)i giornali.
    La Regione Lombardia paga agli ospedali pubblici e privati lo stesso tanto a prestazione.
    Peccat o che gli ospedali pubblici abbiano bisogno di un ulteriore miliardo di Euro per le loro inefficienze pagati dal bilancio di Regione Lombardia.
    Informar si. I numeri sono delle cose assai testarde. I preconcetti sono delle cose assai fragili, non reggono alla prova dei fatti.

  5. Si valla a raccontare a qualcun altro la favoletta che la sanità privata è un fiore all’occhiello. Se dovessimo rileggere attentamente le note dolenti e farne un resoconto finale cee ne sarebbe di che preoccuparsene e, poi, sfido chiunque a confessare, se in una situazione di reale pericolo per la propria vita cosa sceglierebbe, una struttura privata o una pubblica. Io, senza alcun dubbio opterei per la pubblica, anche se le viene riconosciuto lo stesso budget della privata.

  6. La sanità pubblica, o per scelte di sistema o per ignoranza, tra corruzione e sprechi di ogni genere, sembra avviata al peggio, ovvero verso un sistema prevalentemente o totalmente privatizzato.
    Il sistema dei DRG, che prevede il finanziamento delle strutture in funzione delle prestazioni effettuate, ha il suo maggior limite in sé stesso per la spinta a fornire prestazioni inappropriate, poiché fa della prestazione il centro dell’iniziativa sanitaria (che ne è della prevenzione?).Il sistema sanitario della Lombardia, che si autoconsidera il più avanzato, stia in piedi per condizioni storiche, piuttosto che per la sua attuale impostazione. Il problema sono i controlli. Per verificare qualche milione di cartelle cliniche all’anno è necessario avere un apparato tecnico e amministrativo di una dimensione e di un costo impossibili.E’ POSSIBILE INVECE SPERIMENTARE UN SISTEMA CHE NON RICHIEDE CONTROLLI: UN SISTEMA CHE PAGA LA SALUTE AL POSTO DI QUELLO (DRG) CHE PAGA LA MALATTIA.
    Un sistema a budget, fondato sulla quota capitarla fortemente pesata per età e con verifica dei risultati: migliori condizioni di salute per la popolazione (meno malattie e più longevità in buono stato di salute) e soddisfazione misurabile dei cittadini utenti.
    Infine, è certamente inaccettabile che vi sia una possibilità per gli operatori di esercitare la libera professione anche fuori dal sistema pubblico, ma lo è ancor di più che operatori pubblici svolgano un’attività privata all’interno della struttura pubblica.

  7. Tutte considerazioni senza base sui numeri. Un sistema a budget capitario genererebbe l’esplosione della spesa sanitaria e il repentino abbassamento della qualità (come tutti i sistemi classici basati sull’offerta): è storicamente provato.
    Attenzione : gli ospedali pubblici, a parità di rimborso sulle prestazioni, spendono 1 miliardo in più.

  8. Giusto: il rimborso per prestazione è uguale tra pubblico e privato. Ma sembrerebbe che la sanità privata (perlatro con accreditamenti eccessivi) sia particolarmente brava nell’erogare, scegliendo con cura e non certo a caso, le prestazioni economicamente più vantaggiose e a minor costo ovviamente per chi le eroga. Il sistema dei controlli dovrebbe dedicarsi acnhe e soprattutto a questo, cioè ai furbetti

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