“Condizioni disumane”, sgomberato un laboratorio tessile in via Valsaviore

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Gli agenti della Polizia locale di Brescia hanno provveduto questa mattina a sgomberare un laboratorio tessile sito in via Valsaviore 29 in città, in cui, in condizioni igienico sanitarie pessime, lavoravano una trentina di persone.

“Va dato atto alla Polizia locale di aver saputo ancora una volta dar seguito alle importanti segnalazioni dei cittadini della zona, per intervenire in maniera efficace provvedendo a sgomberare un laboratorio non in regola e un capannone in cui diverse persone vivevano in condizioni igieniche disumane. – ha dichiarato Fabio Rolfi, vicesindaco e assessore alla Sicurezza del Comune di Brescia – L’operazione ha consentito di chiudere un’attività tessile che faceva lavorare gli operai senza regolare contratto, favorendo inoltre condizioni di vita disumane e creando altresì possibili situazioni di pericolo per l’incolumità di queste persone”.

L’intervento è stato effettuato alle 5 del mattino in collaborazione con gli ispettori dell’Inps. Al momento dell’ingresso nel laboratorio, gli agenti hanno trovato 26 cittadini cinesi impegnati a lavorare a macchine cucitrici industriali. Tutti sono risultati provvisti di regolare permesso di soggiorno, ma 12 di loro non risultavano essere assunti dalla ditta che operava all’interno dello stabile, gestita da una cittadina cinese di 49 anni. Dalle verifiche dei tecnici comunali è risultato che l’immobile, di proprietà di due italiani, era accatastato come magazzino/deposito, ma che in realtà veniva utilizzato come laboratorio tessile produttivo. Gli spazi, privi di finestre e di impianti per il riciclo dell’aria, venivano utilizzati anche per conservare e cucinare cibi per gli operai e versavano in pessime condizioni igienico sanitarie, come dimostrato dalle immagini in allegato. I due proprietari e il locatore sono stati denunciati per aver di fatto cambiato la destinazione d’uso del locale.

Da ulteriori accertamenti è risultato che tutti gli operai erano domiciliati in un vicino capannone industriale, al civico 19 di via Valsaviore, accatastato come laboratorio, ma utilizzato come struttura residenziale: all’interno erano infatti state ricavate 16 stanze, per un totale di trenta posti letto, prive di finestre e di aerazione e con impianti elettrici provvisori e non a norma. L’unico bagno dell’immobile si presentava in condizioni igieniche disastrose e sono stati trovati all’interno del locale fornelli e bombole a gas. Sono stati dunque denunciati anche il proprietario di questo capannone, un italiano di 88 anni, e il locatore, un cittadino cinese di 52 anni, per aver di fatto cambiato la destinazione d’uso del locale, creando delle strutture che ospitavano in maniera disumana circa trenta persone.

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