Il motorino e quel “delirio di onnipotenza” degli adolescenti (ma non solo)

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di Lucia Marchesi – Parliamo di motorini. Sogno, nel mio caso mai realizzato, di tutti gli adolescenti bresciani. Un sogno che però ha i suoi pro e i suoi contro. È vero che regala al “gnaro” una certa libertà, ma è anche vero che la guida di un mezzo motorizzato richiede, o dovrebbe richiedere, un minimo di sale in zucca. Se il quattordicenne in questione non sa neanche da che parte è voltato, forse sarebbe meglio dargli l’abbonamento dell’autobus e una pacca sulle spalle.

 

Eh già. Perché qualche volta il genitore, che gioisce all’idea di non dover più aspettare il figliolo fuori dalla discoteca alle tre di notte, non si rende conto di mettere sulla strada un pericolo pubblico, che va ad aggiungersi alla folta squadra che già popola la nostra città.

E così troviamo in giro allegri quattordicenni con la testa tra le nuvole, invece che nel casco dove è fisicamente (per fortuna), che fanno gli slalom tra le buche, che per motivi inspiegabili superano auto che viaggiano regolarmente a cinquanta chilometri orari, e che tagliano le rotonde, perché allargarsi un poco per girarci intorno forse non è abbastanza “figo”.

Onore al merito, oggi se non altro, prima di abbandonare i ragazzini sulle nostre trafficatissime strade, si insegnano loro le regole base della strada e li si sottopone a un esame.

Noi il “patentino” non ce l’avevamo; gli adolescenti di oggi condividono però con noi il delirio di onnipotenza, che a volte porta a stupide imprudenze.

Come scattare verso l’interno della carreggiata per evitare una buca, con il rischio di finire sotto un’auto, o sfrecciare sulla discesa del cavalcavia Kennedy a una velocità da far impallidire Valentino Rossi.

Hanno poi la bella abitudine di non stare mai attenti alle manovre degli altri mezzi. Se arrivano a un semaforo rosso e la prima auto della fila ha la sua brava freccia a destra, è matematicamente certo che i giovani centauri si posizioneranno alla sua destra. Così sono sicuri o di tagliare la strada al malcapitato veicolo, o di finire sotto le sue ruote. In entrambi i casi, il brivido è assicurato. Si sa, il pericolo è il loro mestiere.

Non che gli adulti se la cavino meglio dei pischelli. In alcuni casi, li superano di diverse lunghezze.

Coda e traffico intenso? Per il “gnaro” è la scusa perfetta per arrivare tardi a scuola, ma per l’adulto no. L’adulto ha fretta. Da lui dipende il destino di tutta l’umanità. E allora via con lo slalom. Tra un’auto e l’altra, rischiando di andarci contro, in alcuni tratti aiutandosi con i piedi, come i bambini sui tricicli senza pedali.

L’adulto poi, a differenza dell’adolescente, ha maggiore possibilità di scelta della cilindrata del mezzo, e così ti capita di vedere tizi a cavallo di mostri giganteschi che, una volta fermi, devono essere sostenuti solo con la forza degli alluci. E quanto si sentono fighi questi signori che devono tenere i piedi come un’etoile di danza classica? Ci si aspetta anche che crollino da un momento all’altro.

Dovrebbero stabilire le taglie per le moto, come per i vestiti. Sotto una certa altezza, solo scooter. Si risparmierebbero non indifferenti umiliazioni.

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1 COMMENT

  1. La tastiera più velenosa colpisce anche i 50ini! Avanti così. In 30 abbiamo creato un gruppo d’ascolto per leggere le "comiche" osservazioni della sempre attenta Dispensa-carbone e ogni venerdì scommettiamo sull’argomento del post successivo. Dai che il momento dei peti si avvicina, anche se qualcuno punta sui sandali indossati nel periodo estivo da sudaticci piedi (maschili e/o femminili. Non deluderci…

  2. anch’io ho creato un gruppo, quello che aspetta con ansia i tuoi commenti da ipocirta. chissà perchè parli sempre di peti?

  3. aspettavo te e i tuoi interessantissimi commenti. sempre più permaloso eh? la verità è che il carbone di s.lucia è arrivato anche a casa tua 😉

  4. Specifico subito che non sono quello dei "peti". E chiedo: se 29luglio si ritiene (come è ovvio) libero di giudicare i commenti di quello dei "peti", perchè questi non dovrebbe invece essere libero di giudicare gli articoli di S. Lucia? Anche a me sembra che gli articoli abbiano un tono che, volendo essere sarcastico, risulta invece spesso gratuito. Lo posso dire? Posso dire anche io che capisco che sia diffcile trovare periodicamente argomenti efficaci su cui estendere un articolo e che quindi capitino spesso articoli poco interessanti? Prevengo subito chi dirà: "sei libero di non leggere", rispondendo che si è anche liberi di non scrivere, ma che quando si scrive si sa che le proprie esternazioni potranno essere oggetto di commenti. Che problema c’è?

  5. Un vecchio saggio diceva: "quando parli le tue parole devono essere migliori di quello che sarrebbe stato il tuo silenzio". Forse vale anche per le parole che si scrivono.

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