Truffatore per professione. Negli ultimi vent’anni un sessantenne bresciano è vissuto in questo modo e sulla sua testa pendono una serie infinita di procedimenti penali presso le Procure di mezzo nord Italia.
A volte avvocato, altre imprenditore o uomo d’affari. L’uomo di presenta ai commercianti che sceglie come vittime nei modi più svariati puntando sulla sua ottima dialettica e coinvolgendo gli interlocutori nel discorso a tal punto da distoglierli dal suo tranello: acquistare merce di elevato valore con assegni falsi staccati da un carnet imbastito appositamente.
Le truffe vengono messe a segno nel fine settimana, soprattutto nella tarda mattinata del sabato, quando per il commerciante non è possibile ritirare l’assegno in tempi stretti.
Gli ultimi colpi della lunga serie sono avvenuti in gennaio e maggio. Riguardavano l’acquisto di oggetti di antiquariato per un valore di 5mila euro ed un rolex da 1500, poi rivenduti. In entrambi i casi i Carabinieri hanno ritrovato e restituito la merce ai malcapitati commercianti dopo le loro denunce. Il “Lupin degli assegni”, però, è tornato a farsi vivo ieri, mettendo le grinfie su un bracciale in argento del valore di circa 3mila euro.
Una foto del gentleman, invece di quella di una mano che firma un assegno?
Lupin? Maurice Leblanc si sta rivoltando nella tomba sentendo paragonato un genio del furto come Arsene Lupin ad un barbone truffatore da strapazzo. Geniale il pensionato degli assegni o fessi le vittime? Sulla loquacià del signore sarei pronto a scommettere che ne ha tanta quanto Barney Gumble da Boe…