Torre Tintoretto, Bragaglio attacca: abbatterla è una follia amministrativa

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“Abbattere la Tintoretto è follia amministrativa. Hanno persino svenduto le quote di Serenissima e Centro Padane, tagliato i servizi sociali pur di abbattere le Torri”. A dirlo, con una nota, è il consigliere comunale del Pd Claudio Bragaglio, che parla di improvvisa accelerazione sulla demolizione dell’edificio dopo che, soltanto pochi giorni fa, l’assessore Massimo Bianchini aveva parlato di possibile alienazione.

ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO

Ho sempre ritenuto che l’abbattimento delle due Torri (Tintoretto e Cimabue) sia una vera e propria follia amministrativa di 80 milioni di euro (a cui se ne aggiungono altri 20 per la perdita del valore dei due immobili) e in una situazione di pesante crisi finanziaria. Anche del Comune di Brescia, a cui verrà meno anche gran parte dei dividendi di A2A. Il Sindaco Paroli dice che nelle Torri non ci manderebbe sua madre. Come non la manderebbe – aggiungo io – in diverse altre case comunali. Ma non per questo vengono abbattute con il tritolo, ma ristrutturate e riqualificate sotto il profilo abitativo e sociale.

Proprio per questo dal 2001 al 2008 la giunta Corsini fece un investimento di ben 20 milioni di euro, promosse la costruzione di 2 mila nuovi alloggi, sostenne la ristrutturazione del quartiere Mazzucchelli (Congrega) e non il suo abbattimento. Per questo ha proposto alla Regione (con l’Aler di Isacchini consenziente) una ristrutturazione e una riqualificazione sociale, dal costo di 36 milioni, per le due Torri e non, come oggi, con la giunta Paroli di 80 milioni e per il 50% in carico al Comune. Con la Giunta Corsini la ristrutturazione della torre Tintoretto era invece a carico quasi totalmente della Regione e il Comune avrebbe pagato solo un milione e mezzo di euro e non i 20 adesso previsti con la giunta Paroli e con l’abbattimento che distrugge 200 alloggi di soli 30 anni fa. Più altri 200 della Cimabue.

Abbiamo persino svenduto le nostre partecipazioni comunali in Serenissima e Centro Padane pur di fare questa follia ideologica dell’abbattimento delle Torri! In una situazione di emergenza di sfratti esecutivi (circa 700) con una graduatoria per l’edilizia pubblica di 3000 famiglie in attesa, di cui solo una minima parte (circa 150) verrà soddisfatta, con un taglio del fondo affitti, passato da 4 milioni di euro a 600 mila euro, questa scelta merita solo di essere denunciata, con forza, anche per il danno patrimoniale che procura di circa 10 milioni di euro. E per il danno sociale che comporta questo uso dissennato delle risorse pubbliche, per tagli e riduzione di servizi pubblici e sociali.

Una follia fatta pagare ai cittadini. A tutti i cittadini. Con la creazione per una lunga durata di enormi disagi per l’intero quartiere. E con un elevato rischio speculativo, sia sull’attuale sedime che nella distribuzione dei diritti edificatori in vari punti della città, non definiti dal PGT appena approvato.

L’assessore Bianchini il 9 luglio in Commissione ha parlato di possibile alienazione della Torre. Ed ha poi confermato tale ipotesi anche in Consiglio Comunale. Una ipotesi di lavoro da noi apprezzata. Perché a distanza di giorni un improvviso rovesciamento di campo? Ci troviamo di fronte ad una inaccettabile forzatura, che oltretutto viene dalla Regione Lombardia. Una Regione sull’orlo dello scioglimento anticipato per il fallimento di Formigoni che, con un colpo di coda avvelenato ed irresponsabile, spinge Brescia nell’avventura d’una operazione disgraziata.

Claudio Bragaglio

Consigliere Comunale P.D.

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