Sfratti, altre due esecuzioni rimandate. A Sarezzo momenti di tensione tra manifestanti e polizia

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Ieri a Brescia oggi a Sarezzo, ancora decine di attivisti in campo con i picchetti antisfratto e due esecuzioni rimandate a fine settembre, al 27 per via S Faustino 15 e al 25 per Sarezzo, in via Petrarca. Soprattutto  però un risultato importante: due famiglie con 4 bambini che non sono finite per strada ma che resteranno nel loro appartamento in attesa che i Comuni trovino soluzioni dignitose e rispettose del principio: passaggio da casa a casa, nessuno per strada. Se ieri a Brescia, nel quartiere del Carmine  il blocco si è svolto senza tensioni, lo stesso non si può dire per quanto accaduto oggi in Valtrompia: tre pattuglie dei carabinieri intervenute a supporto dell’ufficiale giudiziario, con i militari che sono entrati fin nella stanza dove si erano asseragliate le donne con i bambini; trenta attivisti dell’Associazione Diritti per tutti, del Comitato provinciale contro gli sfratti e del Kollettivo studenti in lotta che, dentro l’appartamento, non si sono mossi ed hanno dichiarato la propria intenzione di resistere ad un’ eventuale azione di forza. Da sottolineare che da parte del Sindaco di centrosinistra di Sarezzo erano state fatte promesse riguardanti una sistemazione alternativa che poi è sfumata senza che di ciò venisse informata l’Associazione. Proprio per questo motivo, dopo aver ottenuto il rinvio dello sfratto per motivi di ordine pubblico, gli attivisti si sono recati in Municipio “dove il portone ( aperto) è stato letteralmente chiuso in faccia a chi voleva riaprire la discussione con gli amministratori per trovare una soluzione dignitosa e rispettosa anche dei diritti umani di bambini di pochi anni”, hanno raccontato i manifestanti. A questo punto, approfittando dell’ingresso in comune di un fattorino (peraltro gli uffici erano aperti e numerosi cittadini dovevano entrare per espletare pratiche o altro) gli attivisti irrompevano nell’atrio, nonostante il tentativo di ostacolarne l’entrata da parte di carabinieri e agenti di polizia locale, ed ottenevano un incontro col vicesindaco presente in municipio. Alla delegazione veniva garantito l’impegno della giunta per aiutare la famiglia anche con un accompagnamento verso una nuova occupazione (l’inquilino è un operaio metalmeccanico che è stato licenziato per la crisi). “Resta ora un’ultima considerazione ed allo stesso tempo una domanda: anche oggi si è sfiorato lo scontro, in un piccolo appartamento dove c’erano anche due bambini di pochi anni ed una donna incinta; cosa aspettano le autorità prefettizie a fare come a Firenze dove è stata decisa dal Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica e dalla stessa Prefettura una moratoria degli sfratti di tre mesi per predisporre interventi efficaci e straordinari per far fronte all’emergenza sfratti senza rischiare di arrivare ad una battaglia casa per casa?”

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