Tagli, Arcai bacchetta Molgora e il mondo della cultura: dove eravate quando noi ci ribellavamo?

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(a.t.) “Capisco l’ira di Molgora per i tagli del governo, ma la politica e la società bresciana avrebbero dovuto muoversi prima. Oggi è necessario essere costruttivi e fare rete per non darla vinta a Roma”. A dirlo è l’assessore alla Cultura del Comune di Brescia Andrea Arcai, che risponde così all’intervista esclusiva rilasciata dal presidente del Broletto a Bsnews.it. E chiama a raccolta – non senza qualche bacchettata – il mondo culturale della Leonessa.

“La spending review”, spiega Arcai, “è una tragedia per quasi tutti gli enti locali. Ma mi meraviglia che Molgora se ne sia accorto soltanto adesso. Si tratta di un processo iniziato nel 2010, con quel provvedimento che ha obbligato tutti a tagliare del 20 per cento le spese culturali e ridotto a un massimo di cinque membri i Cda delle società controllate dal pubblico, dimenticando che in questo modo si allontanano le banche e le fondazioni che – quando danno contributi – vogliono anche essere presenti negli organismi decisionali per controllare che i soldi siano ben spesi”.

Quindi Arcai ricorda le sue “19 visite a Roma” e la battaglia per convincere il governo a modificare i tagli lineari. “Negli ultimi mesi”, chiarisce, “abbiamo parlato con i capigruppo del Senato e proposto emendamenti per modificare le norme più insensate, come quella che imponeva di sopprimere le società culturali il cui fatturato deriva per il 90 per cento da introiti comunali. E qualche risultato, grazie anche all’aiuto dei senatori di diversi partiti, l’abbiamo ottenuto”.

Ma subito dopo l’assessore si toglie qualche sassolino dalla scarpa. “Dove erano”, domanda, “il mondo della cultura e della politica bresciana quando la Loggia si ribellava al governo che pure le era amico? Salvo Beccalossi e Saglia, che hanno fatto una proposta per agevolare i contributi privati alla cultura, non ho visto altri che si sono attivati. Nemmeno Molgora. E nemmeno Vasco Frati, il presidente dell’Associazione Artisti Bresciani che ora minaccia le dimissioni per il taglio dei contributi comunali. Lo considero una persona degnissima, e faremo il possibile per tornare a erogare contributi. Ma”, chiosa, “avrei voluto sentire la sua voce anche quando il Governo proponeva di cancellare ogni contributo alle associazioni per legge”.

Infine, Arcai chiama in causa la collega in Broletto Silvia Razzi, e le lancia un appello. “Sarebbe una tragedia se ci fermassimo solo perché i soldi non ci sono”, spiega, “noi abbiamo deciso di andare avanti, anche con la Mostra dei Maya. Oggi è necessario fare rete. E lo dico innanzitutto alla collega della Provincia. Fino ad oggi, per non so quale ragione, abbiamo faticato ad incontrarci. Ma sono convinto”, conclude, “che sono molte le cose che Broletto e Loggia potrebbero fare insieme”

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14 Commenti

  1. ci sembra il canto del cigno,caro assessore dove eravate tutti ….voi .Il suo canto del cigno ci fotografa la situazione di una disgregazione di intenti e di valutazioni progettuali, di una maggioranza che ha finanziato tutto e tutti ( ci piacerebbe sapere cosa ha fatto la Provincia oltre a …ci viene in mente la sponsorizzare la sagra dell’Oca di Polaveno ),quando la Città è stata premiata come città museale dall’Unesco …ma senza un progetto da nessuna parte si va purtroppo …non sfruttare le occasioni di internazionalizzazio ne della conoscenza di Brescia e del suo territorio ,non fare leva sulla Mille Miglia vero marchio internazionale di Brescia e, non inventarsi un marchio made in Brescia,( togliendo risorse ) quando il vero marchio è e rimane il made in Italy. Non riunire le eccellenze sotto un solo tetto per pensare all’Expo 2015 ecco questi sono i temi che possono risollevare una economia che non è di solo tondino,ormai da anni .

  2. Questi "distinguo" tra alleati dimostrano ormai il repentino avvicinarsi alle elezioni, e poco altro…… Ci stà! Ma per onor del vero, Molgora aveva capito dove stavano andando, lo dimostrano i continui e sempre più profondi tagli, a 360 gradi del bilancio dell’ente, d’altronde era sottosegretario a Roma con Tremonti… Cosa dire poi sulla fine che faranno le Provincie, a mio modesto avviso, da come stanno andando le cose non mi meraviglierei se tra non molto lo stato si trovasse in difficoltà col pagamento degli stipendi ai quasi 4.000.000 di dipendenti, quindi la cultura? davanti a questo scenario che fine farà? La Cenerentola, per importante che sia (sicuramente in grado anche di portare incrementi all’economia se ben gestita), non resta altro che promuovere quanto già abbiamo sul territorio, con contributi dai privati dalle numerose collezioni presenti a Brescia, spendendo il meno possibile ed evitando di promuovere culture che non sono le nostre!

  3. Black and White non si capisce a chi ti rivolgi. Arcai e’ più’ di due anni che denuncia l’impossibilita’ di fare una serai programmazione culturale quando il settore e’ massacrato, prima da Tremonti e poi da Monti, e come lui la pensano tutti gli assessori alla pubblica istruzione e alla cultura d’Italia, sia di destra, sia di sinistra. Solo qui a Brescia il mondo politico e i c.d. Intellettuali hanno taciuto, forse perche’ la maggioranza ha il tasca la tessera del PD e il Governo Monti e’ sostenuto proprio dal loro partito. Si sa che quando c’e’ di mezzo il partito gli intelettuali del PD chiudono gli occhi davanti ad ogni nefandezza compiuta dai loro compagni a Roma. Arcai, il Sindaco, la Giunta e on.li come Beccalossi e Saglia non hanno invece avuto paura a criticare prima Tremonti e poi Monti per le accettate date al settore della scuola e della cultura mettendoci la propria faccia.

  4. Si bacchettano a vicenda, ma erano nella stessa compagine di governo che ha contribuito, in primis, all’affossamento della cultura in Italia e, purtroppo non solo di quella. Qualsiasi ulteriore considerazione può significare solo furbata, furbata, furbata!

  5. Monti è sostenuto anche dal PDL, nel caso non te ne sia accorto. Solo la lega può dire di non sostenere Monti, ed è quello che dice Black and White: Molgora era non solo parlamentare (A ROMA!!!) ma aveva anche ruoli esecutivi mentre Tremonti tagliava. Ora la lega, visto che tanto Monti lo sostengono tutti gli altri comunque, si è ritagliata la comodissima posizione di dire "noi non ci stiamo", anche se i loro parlamentari (usciti dalle scorse elezioni, quindi la storiella del "colpo di stato" e della dittatura…) sono tuttora A ROMA a prendere lo stipendio, in attesa delle prossime elezioni. Certo, non sarannno "intelettuali" come quelli del PD, ma sono dei bei furbacchioni…

  6. Caro Arcai, tutto ciò che afferisce alla parola cultura non si misura in quantità, attività, eventi come si dice oggi, ma sempre e solo in qualità. E qui ci si sarebbe da discutere se anche l’apertura del Ridotto del Teatro Grande per bere un caffè o un aperitivo viene catalogata tra le "attività culturali" di cui hanno beneficiato i bresciani. E poi, anziché riportare il Bigio (mostruosa statua simbolo dell’era fascista) in Piazza Vittoria, pensi piuttosto a salvare la Società dei Concerti di Brescia che ha deciso dopo un paio di secoli di chiudere i battenti e ci riporti a Brescia una stagione sinfonica degna del passato magari senza quei direttori d’orchestra che, solo per benedizioni politiche, beneficiano di centinaia di migliaia di euro pubblici. Grazie, se potrà.

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