Celeste: dalla speranza all’incubo. La procura blocca le cure a una bimba di 2 anni

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Il caso di Celeste va ben oltre i confini dell’ospedale Civile di Brescia, dove questa bambina veneziana di due anni affetta da Sma1 (malattia neurodegenerativa che provoca l´atrofizzazione progressiva dei muscoli e può togliere la capacità di respirare, fino al soffocamento) aveva iniziato le cure nel 2011 grazie alla collaborazione tra la onlus Stamina Foundation e i laboratori dell´ospedale Civile.

La madre di Celeste – Elisabetta – si era sottoposta a un trapianto di midollo osseo per fornire ai medici le staminali adulte poi iniettate alla bimba. Non c’è certezza di guarigione, ma i miglioramenti di Celeste sono sotto gli occhi di tutti. La piccola è passata da una totale immobilità alla capacità di muovere la testa, le gambe e le braccia. Il processo degenerativo della malattia, inoltre, si è arrestato. Poi l’inizio dell’incubo, con la Procura di Torino che ha avviato un´indagine sullo psicologo. I Nas hanno ispezionato i laboratori del Civile e l´agenzia del farmaco ha bloccato tutto sgretolando le speranze della famiglia Carrer e di Celeste. 

In una nota gli Spedali Civili hanno ricordato che le terapie con staminali mesenchimali, approvate dal Comitato Etico locale, hanno riguardato 12 pazienti “per i quali le terapie tradizionali non risultavano efficaci: il tutto in conformità a un decreto del ministero della Salute del 2006”. L´azienda ha fatto ricorso al Tar di Brescia “per accertare l’illegittimità del provvedimento dell´Aifa, risultato altresì gravemente lesivo dell´immagine aziendale e fonte di ingiustificato allarme”. 

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2 Commenti

  1. io penso che per salvare una vita, specialmente quella di un bambino, dobbiamo tentare tutte le strade, tutte, nessuna esclusa.
    se esiste una possibilità, bene, va provata.
    questi "signori" della procura di Torino che dall’alto delle loro cariche si permettono di interrompere la terapia, forse dovrebbero guardare negli occhi chi stanno condannando.
    ma non lo faranno mai, non vedremo mai le loro facce in prima pagina sui giornali, con sotto la disacalia "ecco, sono io quello che si è opposto e ha stroncato le speranze di una bambina di due anni".

  2. Di questo passo, se i giudici "illuminati" di alcune procure italiane continueranno ad imporci con arroganza le loro "azioni" (tutte da dimostrare….) così come ormai avviene con cadenza sempre più insistente, finirà che lo scollamento tra cittadino e giustizia diverrà incolmabile e le conseguenze di questo (nella storia) non sono mai state buone.
    Chi ha il diritto di interrompere la speranza di una famiglia? Quanto tempo si prenderanno per effettuare le verifiche del caso? E intanto, magari qualcuno se ne va in Grecia in ferie? Chi risponderà dei danni provocati? E di domande se ne possono fare molte altre…..

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