Brescia. La protesta silenziosa delle maestre d’asilo durante le parole di Paroli e Arcai

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(a.c.) Hanno scelto una modalità "discreta" di protestare, ma all’interno di un appuntamento ufficiale, con la presenza di sindaco e assessore. Alcune maestre della scuola dell’infanzia di Brescia ieri mattina durante il convegno al San Barnaba sui 130 anni di storia degli istituti comunali a Brescia hanno inscenato una sorta di protesta silenziosa, vestendosi di nero, a lutto, ed alzandosi in piedi durante i discorsi di Adriano Paroli e di Andrea Arcai. Tutto per rendere palese l’insoddisfazione in merito ai tagli subiti dell’istruzione materna in città.

Le riduzioni di risorse nei 21 asili comunali (ce ne sono altri 21 convenzionati, e 15 statali) riguardano le ore del personale (molti nuovi contratti sono stati stipulati a part-time, pur sostutuendo tempi pieni) e il numero di alunni per classe (che in alcuni casi potrebbe arrivare a 29, se ad esempio gli istituti vicini non possono accogliere bambini perché a loro volta già pieni), ma anche le uscite con lo scuolabus, di molto diminuite.

Il sindaco durante il suo intervento ha ribadito che gli anni di vacche grasse sono terminati, eppure gli sforzi dell’amministrazione sono notevoli, l’offerta formativa è di prim’ordine e il gradimento del servizio alto. I tagli statali si fanno sentire, ma le risorse destinate dal comune sono comunque importanti, circa 150milaeuro per sezione.

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1 COMMENT

  1. Abbiamo a Brescia un vero Ass. alla Pubblica Istruzione e altrettanto bravo alla cultura. Riduce le risorse per gli asili comunali tagliando il personale scolastico ed aumentando il numero di bambini per ogni classe e, contemporaneamente si distrae o, quantomeno si disinteressa di 500.000 euro che verranno versati sotto forma di bonus e corrispettive indennità ad Artematica per l’operazione Matisse. Ma vi rendete conto come si può impunemente distruggere un bene comune rappresentato da una storia centenaria
    delle scuole materne comunali? Arcai, lo faccia per tutti noi, provi un senso di vergogna, si dimetta!

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