Poste Italiane: protestano gli addetti alle pulizie, senza stipendio e con pochi diritti

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(a.c.) Senza stipendio da mesi, senza contributi Inps versati, senza Tfr, senza tredicesima, né quattordicesima. Davvero difficile la vita degli addetti alla pulizia negli uffici postali di Brescia e provincia, che ieri sono scesi in piazza in città per rendere pubbliche le loro problematiche.

Gli operatori, esasperati da mesi – anni in alcuni casi – di cattivi rapporti di lavoro con le cooperative e le ditte che hanno in appalto la gestione delle pulizie da Poste Italiane, si sono riuniti in piazza Vittoria, sotto l’ufficio centrale della città, per provare a dare una svolta alla loro situazione. L’appalto ora come ora è affidato dalle Poste alla ditta New Multiglobal Service, ma negli ultimi anni le ditte che si sono succedute sono davvero tante. Il modus operandi spesso è il medesimo: non appena l’appalto viene assegnato la società paga regolarmente gli stipendi, ma dopo qualche periodo iniziano i mesi a vuoto (attualmente sono 3 i mesi senza un solo euro). Stesso discorso per i contributi previdenziali e Tfr. Il tutto a discapito di lavoratori già di per sé "deboli", che percepiscono cioè stipendi bassi. Il tutto, in pratica, sulle spalle di donne con figli a carico, neo-mamme tornate al lavoro presto perché senza maternità, persone costrette a muoversi in provincia da un ufficio postale all’altro senza nemmeno i rimborsi chilometrici per il carburante, e uno stipendio che quando arriva è di solo 600 euro.

I manifestanti in piazza, sotto le bandiere di Filcams-Cgil, hanno chiesto maggiore tutela e più controlli sulle ditte che vincono gli appalti. 

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1 COMMENT

  1. Quella descritta nell’articolo è una situazione comune in molte parti d’Italia. Anche mia moglie vive una situazione simile e per certi aspetti ancora più grave, ma sarebbe una storia lunga da raccontare in quanto sono tante le irregolarità. Sembra uno stillicidio che poi si ripercuote in modo non leggero nella vita familiare. A tale problema si aggiunge il fatto che io sono disoccupato dal 2006 ed, avendo più i 40 anni, è molto difficile trovare un qualsiasi lavoro, anche perché sono invalido, ma senza assegno, in quanto per effetto dei tagli del governo, un’invalidità accertata al 76%, sei mesi dopo, per effetto di un controllo a campione, viene revocato l’assegno con l’aggravante della restituzione di ben tre mensilità.
    Dove li vado a prendere io i soldi? Come si fa a vivere e vivere sereni in queste situazioni?
    Poi ci si meraviglia quando si verificano gesti estremi e tutti cadono dalle nuvole, perché in precedenza accecati dalle apparenze e privi di quella sensibilità fraterna che non guasterebbe.
    Speria mo di cavarcela, altrimenti non so come va a finire.

  2. Anche a me e a quelli che lavoriamo a Bergamo succede la stessa cosa. Siamo allo stremo e nessuno si muove. Non è possibile organizzarsi per fare un fronte comune a questa ingiustizia.

  3. AI SINDACATI NON IMPORTA NIENTE DELLE PERSONE SENZA STIPENDIO, ALTRIMENTI SE COSI NON FOSSE , POTREBBERO IMPEGNIARSI MEGLIO,

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