Caso Matisse, il Tribunale ordina ad Artematica: pagate 550 mila euro a Brescia Musei

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Con una nota la Fondazione Brescia Musei comunica di avere ottenuto dal Tribunale di Brescia un decreto con il quale viene ingiunto ad Artematica s.r.l. di pagare in suo favore una somma pari a Euro 550.000,00 (cinquecentocinquantamila/00) oltre interessi dall’11.7.2011 in relazione alla vicenda relativa all’organizzazione della mostra “Matisse e Michelangelo. La seduzione della forma”. Il Tribunale ha, quindi, ritenuto che il credito di Fondazione Brescia Musei trovasse adeguata prova scritta documentale dalla risultanze del contratto stipulato tra le parti in data 18.06.2010. Il decreto è munito anche della formula della provvisoria esecutività e, in forza di ciò, Fondazione Brescia Musei ha già provveduto ad iscrivere ipoteca giudiziale su un immobile di proprietà di Artematica s.r.l., sito in Treviso, per un ammontare di Euro 626.300,00. Nell’occasione, con riferimento ad alcuni recenti articoli di stampa in cui il Consigliere Comunale Bragaglio taccia la Fondazione di mancata trasparenza per non avergli la stessa consentito l’accesso ad un presunto parere legale che sarebbe stato dato sul contratto in questione, è solo il caso di precisare che la Fondazione Brescia Musei non ha consentito l’ “accesso agli atti” in quanto, come già risposto per iscritto al Consigliere Bragaglio, che pare non averlo compreso, tale parere scritto non esiste, dato che l’assistenza legale ricevuta dalla Fondazione nella fase di redazione del contratto non si è estrinsecata in tale forma. A ciò si aggiunga che le richieste di “informazione” sul caso, poi, non rientrano certamente nella disciplina della cosiddetta “legge sulla trasparenza” e che, come il Consigliere Bragaglio dovrebbe sapere, sulla vicenda in questione è pendente un procedimento penale in cui la Fondazione Brescia Musei è qualificata persona offesa dal reato di truffa commesso in suo danno e, in tale ambito, ha fin da subito fornito all’Autorità giudiziaria tutte le informazioni che questa ritiene necessarie per chiarire i fatti.

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1 COMMENT

  1. Un decreto ingiuntivo sostenuto da un ipoteca giudiziale sull’immobile di una società in liquidazione: la strada è assai impervia, ma è del tutto evidente che se degli euro pubblici verranno mai recuperati bisognerà ringraziare chi (e non ci interessa "politicamente" chi) ha sollevato il caso e scoperta quella che si configura come una truffa. Restano comunque la superficialità e la disinvoltura nelle fasi di controllo a fronte di un contratto con clausole assai onerose per il Comune.

  2. Ora i pidielli fanno gli eroi perchè il giudice ha intimato a Artematica di restituire il maltolto. Eroi per aver fatto causa ad Artematica. Secondo lo stesso ragionamento si sarebbero invece comportati come persone normali non facendo causa. C’è qualcosa che non quadra. Hanno semplicemente fatto il loro dovere con ritardo, lo stesso dovere e diligenza che avrebebro dovuto avere nello stipulare i contratti. Se così fosse stato non staremmo qui a sperare di avere un altro edificio in carico al comune. Forza Bragaglio, non mollare la presa.

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