La Corte di Cassazione, sezione lavoro, nei giorni scorsi ha dato ragione a Innocente Marcolini, manager sessantenne di Carpenedolo ed ex dirigente d’azienda. È stato l’uso continuo del cellulare per motivi di lavoro a sviluppare il tumore benigno al trigemino, la sua è una malattia professionale. I giudici della Cassazione hanno respinto il ricorso dell’Inail, costretta a versare al dirigente una pensione per un’invalidità all’80 per cento.
“La mia non è una battaglia personale – ha confessato al Corriere della Sera – ma volevo solo che venisse riconosciuto il legame che c’era tra la mia malattia e l’uso del cellulare e del cordless. Volevo che questo problema diventasse di dominio pubblico perché molte persone non sanno ancora il rischio che corrono parlando a lungo al cellulare senza utilizzare l’auricolare, oppure tenendolo infilato nella tasca dei pantaloni”. Un collega di Marcolini, tra l’altro, è affetto dalla medesima malattia.
L’allarme Oms del 2011 su cellulari e wi-fi
I casi sono due: o la sentenza è assurda o i produttori di telefoni e lo stato ci tirano in giro!!!!
Grazie a Bsnews.i per la notiza.
mi sembra tutto logico come uno piu’ uno fa’ due
Se non è una battaglia personale ma di dirittto, i soldi della pensione potrebbero essere elargiti all’ANT od a organizzazioni similari?
Pieno rispetto per la malattia del Sig. Marcolini, ma ancora una volta mi sembra che l’accaduto dimostri come le manie di protagonismo della Corte di Cassazione italiana non siano minori di quelle dei nostri politici!