Il metodo utilizzato dalla Stamina Foundation e fondato sulle cellule staminali mesenchimali “sono fuori norma e l’uso di queste cellule pone condizioni di rischio reale” per i pazienti. Sintetizza così il direttore del Centro Nazionale trapianti (Cnt) Alessandro Nanni Costa le conclusioni del lavoro della Commissione ministeriale che in questi giorni ha esaminato il protocollo, i laboratori e i campioni usati per i trattamenti arrivando alla conclusione che “l’utilizzo di questi preparati pone condizioni di rischio reale”. Il trattamento era stato inizialmente vietato, suscitando non poche polemiche, finché i giudici non avevano consentito ai piccoli Celeste, Smeralda e Daniele di proseguire nelle cure presso gli Spedali Civili di Brescia. Ora il caso è passato alla Procura di Torino che dovrà esaminarlo alla luce delle considerazioni ministeriali, anche se Costa ribadisce “dalle indagini sono risultati problemi legati alla metodologia e alla conservazione dei campioni”.