Inno d’Italia nelle scuole, Beccalossi (Pdl): “Per consolidare l’unità nazionale”

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“Una Legge importante per l’Italia, che oggi più di ieri rafforza il senso dell’appartenenza e dell’unità nazionale” queste le parole dell’on. Viviana Beccalossi, tra i proponenti del disegno di legge per l’istituzione dell’insegnamento dell’Inno d’Italia nelle scuole. “Con l’approvazione odierna del DDL da parte del Senato, dopo aver in precedenza avuto il via libera dalla Camera, si conclude un iter che mi ha vista, insieme a colleghi ed amici come l’on. Paola Frassinetti, in prima linea per consolidare l’identità nazionale attraverso la memoria e la comprensione.”

“Da oggi, in continuità con i festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, il 17 marzo di ogni anno sarà festeggiato come – Giorno dell’unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera – Festeggiamenti che saranno accompagnati da percorsi didattici ed iniziative che nelle scuole di ogni ordine e grado ricorderanno ai nostri figli il significato del Risorgimento, dell’Unità Nazionale e della Costituzione.”

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20 Commenti

  1. francamente per "consolidare l’unità nazionale" preferivamo l’eliminazione delle province (promessa dal tuo stimato Silvio)…in alternativa ci saremmo però accontentati di treni per pendolari più efficienti e puliti (per esempio). Invece no, siccome avete mangiato tutto il mangiabile ora per ritrovare l’orgoglio di appartenenza a questo povero paese non avete altro da offrirci che le parole dell’inno nazionale

  2. Rifuggo da queste frasi piene di maiuscole inutili. Deve essere malmesso quello stato che IMPONE ai bambini di cantare un inno.
    ps: ma dovevate anche raddoppiare la festa x l’unità ecc ecc? Non l’avete appena festeggiata il 4 novembre?
    ridicoli

  3. vero patriottismo

    Battuta di uno studioso cattolico " L’ora di religione obbligatoria a scuola è stata la più formidabile fabbrica di atei esistente in Italia"
    Non accadrà lo stesso per il patriottismo obbligatorio?

  4. Il povero "Fratelli d’Italia", di Mameli- Novaro, ha un testo datato, retorico e guerrafondaio, e la musica è una marcetta miserella.
    Venne utilizzato "provvisoramente" al posto della Marcia Reale……adesso lo impongono.
    Almeno in Spagna per non suscitare problemi con Baschi, Catalani, ecc hanno tolto le parole….è un inno muto.

  5. Non solo verrà insegnato l’inno ma verrà cantato in corsa come i bersaglieri, così gli alunni potranno scaldarsi e quindi risparmiare sul riscaldamento come prevede la magistrale spending review partorita dalle menti malate che ci governano.

  6. peraltro l’insegnamento obbligatorio (DDR?) della graziosa marcetta sullo strano copricapo verra’ insegnata nelle scuole italiote in aule senza riscaldamento (notizia di oggi, fonte: la legge del governo sui nuovi tagli…)…visto che i colleghi della beccalossi degli ultimi 150 anni si sono patriotticamente fregati tutti i soldi…!!

  7. Chiedete alle badanti (ognuno ne conosce almeno una) ucraine e moldave cosa imponeva URSS nelle scuole democratiche socialiste sovietiche……ve ne racconteranno delle belle.
    Naturalmente era OBBLIGATORIO partecipare gioiosamente a tutte le attività rivuoluzionarie-isti tuzionalizzate.
    App ena ci sono riusciti gli hanno dato un calcio in cxxo ai russi…peccato che abbiano in mano il gas, il petrolio, ecc e quindi sostanzialmente comandano ancora con l’economia.

  8. Come disse tale Massimo D’Azeglio: abbiamo fatto L’Italia ma non abbiamo fatto gli italiani. Il barbuto prezzolato mercenario al soldo dei savoiardi ha massacrato intere popolazioni nel meridione borobonico per questioni meramente economiche con la scusa del "brigantaggio". “Per liquidare un popolo si comincia con il privarlo della sua memoria". Si distruggono i suoi libri, la sua cultura e la sua storia. E qualcun altro scrive altri libri, lo fornisce di un’altra cultura e inventa un’altra storia”.

    Milan Kundera

  9. Ma da che pulpito viene questa ennesima trombonata? Ma te Beccalossi che lavoro hai fatto nella tua vita?
    Quello che diceva Kundera è corretto: infatti dalla storia hanno cancellato decine di migliaia di giovani lombardi-veneti-friu lani-trentini-ecc che combatterono con onore nelle fila dell’esercito asburgico per difendere la propria terra dall’aggressore.

    Fino a quest’anno, nove di questi reggimenti inquadravano sudditi italiani del Regno Lombardo-Veneto:
    23° (Lodi),
    38° (Brescia),
    43° (Bergamo),
    44° (Milano),
    55° (Monza),
    13° (Padova),
    16° (Treviso),
    26° (Udine),
    45° (Verona).

    Uno, il 22° (Trieste), apparteneva al Litorale Illirico austriaco.

    Inoltre il Lombardo-Veneto forniva il personale che costituiva: i battaglioni cacciatori da campo (Feldjäger-Bataillon e) N° 6, 11, 18 (lombardi), 8 e 25 (veneti), i reggimenti ulani (unità di cavalleria armate di lancia) N° 9, 11 (lombardi), 6 e 7 (veneti) ed il reggimento dragoni N° 8.

    Contingenti lombardi e veneti erano altresì destinati a servire in tutte le altre unità combattenti e di servizio dell’armata imperiale: artiglieria da campagna (reggimenti N° 3, 6, 9 e 10), lanciarazzi (racchettieri) e artiglieria costiera, genio (battaglioni N° 1, 2, 6, 9, 10, 11) e pionieri (battaglioni N° 2, 6). Sudditi del Regno formavano gli equipaggi della flottiglia dei laghi italiani e del Danubio, oltre naturalmente che della marina da guerra: alle province di Treviso e di Venezia (distretti di leva del reggimento di linea N° 16) spettava infatti alimentare il Corpo Marinai, mentre alle province di Padova e di Rovigo per intero e Vicenza in parte (distretti di leva del reggimento N° 13) e a quelle di Udine e di Belluno (reggimento N° 26) spettava inviare i contingenti annui alla fanteria ed all’artiglieria di Marina. Nel territorio del Regno era reclutata anche la gendarmeria locale (Gendarmerie).
    (Ripartizione territoriale della monarchia ai fini del completamento dell’Armata dell’8 dicembre 1856)

    Non sto qui a dire giusto/sbagliato, però questo è.

  10. Impariamo un po’ dagli americani : l’unità dello Stato, federale ma unito , La Bandiera, l’Inno Nazionale e la Costituzione ce l’hanno nel sangue. Per loro la parola Patria è sacra e non si vergognano a pronunciarla. Hanno certo politici piu’ seri dei nostri. Il fatto di avere in Italia una classe politica squallida non mi impedisce comunque di amare l’Italia unita, la sua Costituzione e il Tricolore. E di cantare " Fratelli d’Italia "

  11. L’Inno va insegnato e spiegato, a scuola, perchè fa parte delle finalità formative e culturali della stessa, soprattutto in presenza di studenti non italofoni, per trasmettere un’identità plurimillenaria ed il sentimento di appartenenza ed inclusione, nel rispetto di chi per gli stessi Ideali lottò e s’immolò.Altra cosa sono le trote tanzaniane ed i politicanti da campanile con stuoli di clientes.

  12. L’Inno va insegnato e spiegato, a scuola, perchè fa parte delle finalità formative e culturali della stessa, soprattutto in presenza di studenti non italofoni, per trasmettere un’identità plurimillenaria ed il sentimento di appartenenza ed inclusione, nel rispetto di chi per gli stessi Ideali lottò e s’immolò.Altra cosa sono le trote tanzaniane ed i politicanti da campanile con stuoli di clientes.

  13. …l’indottrinamento politico e antidemocratico veicolato dalla legge in questione va contro la libertà di pensiero e ciò sarebbe tanto più grave in una fase della storia italiana come quella che stiamo vivendo, nella quale è forte e fecondo il dibattito sul “Risorgimento” e sui suoi limiti non più occultabili e soprattutto riferibili ai danni materiali e morali subiti dalle popolazioni dell’ex Regno delle Due Sicilie in termini di massacri, saccheggi e colonizzazioni, con sviluppi ancora attuali se solo si pensa ad una questione meridionale sempre più drammatica e sempre più dimenticata.
    In questo senso l’imposizione della marcia di Mameli e Novaro va poi contro il successivo articolo 22: “L’Unione rispetta la diversità culturale, religiosa, linguistica”. Ciò risulta evidente da quanto è stato scritto: i popoli e gruppi di persone qui descritte non si riconoscono nei miti patriottici propri dell’Inno di Mameli e saranno costretti ad accettarli. L’Inno di Mameli, infine, sfrutta diversi falsi storici, usati per scopi di propaganda militaresca dal regime totalitario che dominò l’Italia per vent’anni. In nessun modo, dunque, esso può rappresentare istanze di libertà e di democrazia e a maggior ragione non deve assolutamente essere imposto ai nostri bambini (e non ai “Balilla” citati nell’inno).

  14. Grande Masaniello : se dal "nome"" sei un "terrone", un abbraccio da un "polentone" bresciano, ( mi piace lo spiedo legale ),lombardo, e, soprattutto, ITALIANO.

  15. Cantare "Fratelli d’Italia"? Potrei anche riuscirci a patto di non pensare ai fratelli parlamentari,a Monti o a Napolitano, oppure a quelli che dopo 70 anni gridano ancora daje al fascio o daje al comunista. Ma inevitabilmente il mio pensiero arriva a loro. La voglia di cantare l’inno mi si spegne in gola e penso: Ma quali fratelli d’Italia, questi sono solo fratelli di m**da. Almeno per onestà e per il rispetto di chi è morto nelle convinzioni e delle proprie idee politiche e per il bene di questa nazione. Abbiamo fatto l’Italia. Degli italiani nemmeno l’ombra.

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