Busto di Mussolini a Santa Giulia, pace fatta fra la Loggia e le associazioni partigiane

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Il busto di Mussolini a Santa Giulia sarà affiancato da una nota che contestualizzerà l’opera. Nella convinzione condivisa che nella scelta non c’è alcuna intenzione di riabilitare il Fascismo. E’ questo il risultato dell’incontro che si è tenuto – dopo le polemiche dei giorni scorsi – fra il sindaco e il rappresentanti delle associazioni partigiane bresciane (Anpi e Fiamme verdi), sintetizzato da una nota di Marco Fenaroli.

ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO

Il Sindaco Adriano Paroli ha incontrato il presidente dell’ANPI Giulio Ghidotti ed il vicepresidente della FIAMME VERDI Roberto Tagliani, che gli hanno rappresentato le gravi perplessità, condivise da molti dei loro associati, sollevate dalla esposizione di un busto di Benito Mussolini al Museo di Santa Giulia nell’ambito della mostra “Variazioni sul Classico”.

Si è concordato di chiedere alla Direzione dei Civici Musei di apporre accanto all’opera una nota che ne illustri le caratteristiche storiche ed artistiche, in modo da contestualizzarne la collocazione.

 

Il Sindaco ha assicurato che nessuna intenzione di riabilitazione e di apologia del personaggio ha mosso il recupero dell’opera di Wildt dai magazzini dei Musei, nei quali giaceva da decenni; ha riaffermato la propria assoluta convinzione negli ideali che sorressero l’opposizione al fascismo e la lotta di Liberazione e che ispirano i principi della Costituzione.

Dal canto loro, i rappresentanti di ANPI e Fiamme Verdi hanno invitato il Sindaco a combattere ogni sottovalutazione del rischio di revisionismo storico ed, al contrario, gli hanno richiesto sostegno nell’impegno alla educazione della cittadinanza sui tragici portati della dittatura guidata da Mussolini, a partire da quelli della menzogna e della violenza, fondamenti del regime totalitario.

A proposito Ghidotti e Tagliani hanno ricordato che il prossimo anno sarà il 70° anniversario dell’inizio della Lotta di Resistenza, una ricorrenza che costituisce una importante occasione per un programma di iniziative utili a coinvolgere la città in un’estesa opera di memoria storica.

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23 Commenti

  1. Correzione nel gesto del saluto. Si passa dalla mano destra aperta al pungo chiuso a sinistra.
    Sostituzi one della parola nero con la parola "diversamente bianco".
    Sostituzione della frase "lavoro in nero" con la frase "lavoro sommerso".
    Sostituzione della frase "sovvenzione ai partiti" con la frase "rimborso ai partiti".
    Sostiutzi one della frase "amico di mille avventure" con la frase "compagno della rivoluzione"
    Sostit uzione della frase "disoccupato" con la parola "precario".

  2. Come figlio di meridionali, trovo vergognosa la statua che rappresenta un mercenario a cavallo al soldo dei Savoia che ha devastato e distrutto un meridione che era prospero e indipendente per consegnarlo a delle carogne sfruttatrici. I massacri perpretati da quei invasori non li racconta mai nessuno. Democattocomunisti dei miei faraglioni.

  3. Ma i resistenziatori mi faranno "revisionare" ed esporre liberamente la Balilla sport del nonno? Nel caso, che cartello contestualizzatore attaccarci? Sono previsti cartelli anche per la scuola Calini e piazza Vittoria ?

  4. Nostalgia di fascismo? Alla mia età il fascismo lo hanno solo raccontato i compagneros. Raccontando probabilmente anche un sacco di balle. Anzi non probabilmente. Sicuramente. E poi questo testone fa più comodo a voi come motivo di scontro politico. A voi basterebbe anche una scorreggia, per gridare al fascista. Quindi tenetevi la puzza e fateci una bella manifestazione.

  5. Caro figlio di immigrati, che ce voi fa’? Lo sai, no, come sono questi demosindacatòcratico ccolaimmigraticattoc omunisti? E nun t’a pia’…

  6. A conti fatti, ha fatto molto più Mussolini per il meridione che non Garibaldi con le sue camicie rosse. Il primo in qualche modo ha cercato di fare qualcosa. Il secondo ha solo invaso e consegnato manovalanza e schiavitù a questi savoiardi.

  7. Caro Jacko, se tu sapessi quanto prende l’ANPI dallo Stato (che nella forma attuale deve ai Partigiani la sua esistenza) non parleresti così. I fondi pubblici percepiti sono una miseria e sono stati ulteriormente e drasticamente tagliati dal governo del Bunga chi Molla. E nonostante questo, l’Associazione è più che mai attiva e motivata a portare avanti la memoria della Resistenza e del sacrificio delle donne e degli uomini che hanno dato a questo Paese una Costituzione democratica. Ci provino i vari gruppuscoli neofascisti e i partiti-azienda a mobilitare tanto entusiasmo, soprattutto di giovani, e tanta partecipazione.

  8. "Lo Stato che nella forma attuale deve ai Partigiani la sua esistenza?".
    Tralasciando facili battute sulle condizioni in cui versa oggi il nostro Stato, come si fa a dire una cosa del genere? Si può sostenere il contributo dato dalla Resistenza alle Forze Alleate, ma il peso del successo pende prepotentemente sulle seconde…

  9. Matteo, non ho scritto "solo ai Partigiani". Ovviamente, gli Alleati sono stati decisivi (diversamente, la Resistenza avrebbe probabilmente avuto una storia simile a quella spagnola dopo il 1939, gloriosa ma molto più tragica). Ma, lo ricordi anche tu, la Resistenza ha dato il suo contributo. La pratica costante dei rifornimenti e le missioni di contatto dimostrano la fiducia che gli Alleati riponevano nei Partigiani e l’importanza che davano alla loro azione per le sorti della guerra. Per quanto riguarda le condizioni in cui versa oggi il nostro Stato, non sono certo colpa dei Partigiani. Anzi, sono il peggiore sfregio che si possa fare alla memoria di tante persone che hanno patito il freddo, la paura, la tortura e la morte per dare al Paese un futuro di libertà e di dignità.

  10. Vorrei ricordare che un presidente della repubblica ha nominato in 3 giorni un bocconiano nominandolo prima senatore della repubblica (a vita)e poi presidente del consiglio. Poco democratico. Quasi dittatoriale. Il popolo (come piace chiamarlo a voi)non è mai contato nulla. Solo le ragioni di partito e di convenienza politica. Ma a pensarci bene…nemmeno ideologicamente. Leonilde Jotti e il Palmiro erano iscritti al Partito Nazionale Fascista prima di iniziare la loro metamorfosi in convinti comunisti. E questo la dice lunga.

  11. Se è per quello anche l’ottuagenario di Napoli era iscritto ai G.U.F. (Gruppi Universitari Fascisti), da notare che non era obbligatoria l’iscrizione…..tan to non la fecero e frequentarono ugualmente le università.

  12. Nostalgico di cosa? Di una cosa che non conosco? Però leggo. E leggendo scopro che, quello che ha scritto è un’altra stronzata, creata ad hoc. Tant’è vero che il padre della Leonilde avrebbe voluto iscrivere la figlia all’Università cattolica. La sua frase: meglio con i preti che con i fasci" non l’ho inventata io. Ma nonostante ciò, la pasionaria comunista preferì iscriversi al PNF. I bamba come lei evidentemente leggono e conoscono solo quello che gli hanno propinato certi cartolai di regime. Ed è gisuto che continui a pensarla come meglio crede. Ma non mi faccio certo intortare dal primo Sergio Bocca, o dal primo Dario Fo che mi parlano di resistenza. Altri due tesserati al PNF. Alla faccia della coerenza.

  13. ma che bei partigiani questi Ghidotti e Tagliani , si stracciano le vesti contro un ideologia di 70 anni orsono e che non ritornera’ mai piu’ ( grazie a Dio ) e se ne stanno zitti per il colpo di stato dell’anno scorso ad opera di un presidente della repubblica il quale ubbidendo agli ordini di una tetesca fece cadere un governo eletto dal popolo , in altre epoche un personaggio simile sarebbe stato impiccato a piazzale Loreto.

  14. veramente Dario Fo non era tesserato per il pnf, lui e’ stato volontario paracadutista camicia nera battaglione GNR Mazarino (mi scuso con i conoscitori delle unita della RSI se ho scritto male il nome, non me ne intendo…)…pare anche che il premio nobel dalle parti di Alba non fosse molto amato per fatti di guerra ovvero guerriglia antipartigiana avvenuti li…

  15. dario fo non ha mai rivendicato la giustezza di quella esperienza. questa la sua versione ""Io repubblichino? Non l’ho mai negato. Sono nato nel ’26. Nel ’43 avevo 17 anni. Fin a quando ho potuto ho fatto il renitente. Poi è arrivato il bando di morte. O mi presentavo o fuggivo in Svizzera". Spiegò inoltre di essersi arruolato volontario per non destare sospetti sulla partecipazione alla Resistenza dei genitori, visto che "il padre, responsabile del CLN della zona, organizzava il passaggio clandestino in Svizzera di ricercati ebrei e prigionieri inglesi fuggiti; la madre cura[va] i partigiani e i gappisti feriti.

  16. GNR Guardia Nazionale Repubblica, comprendeva la Milizia Volontaria per la Sicurezza Nazionale e l’Arma dei Carabinieri. Il Fo era volontario presso il Btg. paracadutisti " Mazzarino" detto anche Azzurro dal colore delle mostrine. <Un sergente maggiore istruttore dei paracadutisti fascisti, Carlo Maria Milani, durante un processo asserì che Dario Fo militò con la RSI, aggiungendo: "l’allievo paracadutista Fo era con me durante il rastrellamento della Val Cannobina per la riconquista dell’Ossola, e il suo compito era portare delle bombe".

    Nella sentenza del Tribunale di Varese del 15 febbraio 1979 si legge tra l’altro: "È certo che Fo ha vestito la divisa del paracadutista repubblichino nelle file del Battaglione Azzurro di Tradate. […] Deve ritenersi accertato che delle formazioni fasciste impegnate nell’operazione in Val Cannobina facessero sicuramente parte anche i paracadutisti del Battaglione Azzurro di Tradate. […] Non è altrettanto certo, o meglio è discutibile, che vi sia stato impiegato Dario Fo.">
    Certo allora aveva 17 anni! ma poi ha cambiato idea………..Il 29 gennaio 2006 Fo ha partecipato alle elezioni primarie dell’Unione per designare il candidato a sindaco di Milano, ottenendo il 23,1% dei voti e piazzandosi perciò secondo, dopo il vincitore Bruno Ferrante (battuto dalla Moratti divenne poi presidente dell’ILVA).

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