Imu sugli immobili produttivi, a Brescia una stangata del 10 per mille

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Un’aliquota media dal 9,6 per mille con un conseguente esborso totale di 2 miliardi e 691 milioni di euro: è questo il risultato di una ricerca condotta dall’Osservatorio MPI di Confartigianato su 477 Comuni della nostra Regione, in cui sono localizzate quasi il 70% delle imprese presenti in Lombardia ed oltre la metà delle aziende artigiane, relativa all’applicazione dell’aliquota IMU sugli immobili produttivi.

Un risultato regionale che supera di due punti l’aliquota base del 7,6 per mille ed è di un solo punto inferiore a quella massima del 10,6, mentre se si guarda alla situazione locale la tassazione immobiliare sulle imprese è in media più alta nella nostra Provincia con il 10,1 per mille, a Milano con il 10 ed a Pavia e Lodi con il 9,2.

“Vi è inoltre una marcata differenza – sottolinea il presidente di Confartigianato Imprese Unione di Brescia Eugenio Massetti – tra l’IMU versata dalle imprese nei capoluoghi di provincia e quella pagata invece nei Comuni cosiddetti minori: in questi ultimi, infatti, viene applicata un’aliquota mediamente più bassa di un punto rispetto alle città maggiori. Fatto che dimostra come queste amministrazioni comunali cerchino di tutelare di più le attività produttive presenti nel proprio territorio di competenza, favorite in questo sia dalla minore distanza che intercorre tra amministratori ed amministrati sia dalla maggiore presenza di realtà artigianali”.

Infatti, secondo lo studio di Confartigianato, in provincia le imprese artigiane rappresentano quasi il 70% delle attività produttive presenti nei Comuni, mentre nei capoluoghi superano di poco il 30: la conseguenza di questo stato di cose è che si registra un’aliquota media sugli immobili produttivi nei Comuni capoluogo pari al 9,8 per mille, superiore di due decimi di punto rispetto a quella rilevata in tutti i Comuni monitorati.

Nei Comuni non capoluogo, invece, l’aliquota media sugli immobili produttivi è pari all’8,8 per mille, dato che nella provincia di Brescia si attesta attorno all’8,6 per mille: quindi nei Comuni “minori”, dove l’artigianato incide di più, viene applicata un’aliquota più bassa evidenziando, come già ribadito, una maggiore attenzione delle amministrazioni comunali verso le imprese artigiane.

Scendendo nel dettaglio per i 25 Comuni della Provincia di Brescia presi in esame l’aliquota media si attesta sul 10,1 per mille: solo Brescia ed Edolo raggiungono il 10,6, Manerba del Garda, Mura, Ossimo, Sirmione, Toscolano Maderno e Tremosine si attestano sull’aliquota base del 7,6 per mille e Ponte di Legno, Angolo Terme e Vezza d’Oglio applicano un’aliquota IMU sugli immobili d’impresa più bassa, rispettivamente del 6, 6,7 e 7,4 per mille. In città, come si è visto, l’aliquota cresce invece fino al livello massimo del 10,6 per uffici e studi privati, negozi e botteghe, magazzini e locali di deposito, laboratori per arti e mestieri, opifici, alberghi e pensioni, fabbricati per speciali esigenze di un’attività industriale o commerciale, secondo la Deliberazione approvata dal Consiglio Comunale n. 151 del 17 settembre scorso.

“Alla luce di questi dati – conclude Massetti – torniamo a chiedere con ancora maggior convinzione e forza ai sindaci di prendere in attenta considerazione la possibilità di ridurre il peso dell’IMU per il 2013. Una richiesta che si basa, come abbiamo sostenuto in diverse occasioni, sul fatto che la sede di un’azienda rappresenta spesso la prima casa degli imprenditori e dei lavoratori e non è stata certo realizzata per mera speculazione edilizia ma per produrre. E proprio producendo si creano posti di lavoro e possibilità di guadagno e di sostentamento per le famiglie, nonché nuove occasioni di crescita e sviluppo per l’economia dell’intera provincia”.

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