Caso Tintoretto. Bragaglio (Pd): l’autonomia dell’Aler è “a corrente alternata”

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Continua il dibattito mezzo stampa tra Bragaglio (Pd)e il Presidente dell’Aler Ettore Isacchini. Il consigliere, ricordando le varie vicessitudini che hanno interessato la Torre auspica oggi un nuovo bando per la riqualificazione urbana ed abitativa della zona di San Polo interessata e confida "in un nuovo Assessore regionale che non sia lo Zambetti di turno".

 

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE

"In replica alle considerazioni critiche sulla “vicenda Tintoretto”, il presidente dell’Aler, Ettore Isacchini, mi ha mosso alcune obiezioni.  Non considero l’Aler un “mero esecutore di decisioni altrui”. Ho ben presente che quando in Regione si pose il problema della trasformazione degli Iacp in Aler (l.r. 13/96) sono stato tra chi si oppose alla definizione dell’Aler come mero “ente strumentale”, in favore d’una idea di “enti pubblici di natura economica dotati di… autonomia imprenditoriale ed organizzativa”.  Ma se l’Aler, sulla Tintoretto ha sostenuto vari progetti: sede della Provincia, ristrutturazione, abbattimento e ora l’alienazione, il presidente Isacchini converrà che se di autonomia si tratta, questa è stata a corrente alternata. Rimprovera alla proposta Corsini la carenza del “mix sociale”. Ricorda male. Il progetto presentato in Regione dal mio Assessorato (e da Isacchini stesso) nel giugno 2007, si basava sulla “ipotesi di un mix sociale ritenuto indispensabile”. 

Semmai, va invece rilevato che nella prima, delle quattro diverse versioni della Giunta Paroli, dopo l’abbattimento della Torre, si prevedeva sullo stesso sedime la costruzione di 125 alloggi (ridotti poi ad 80) e il trasferimento di un centinaio di famiglie a Sanpolino. Ovvero – a proposito di mix sociale! – da una torre in “verticale” si passava ad una in “orizzontale”. Un’infuocata assemblea a Sanpolino con l’assessore Bianchini fece poi cambiare idea. Elenco per informazione solo alcune questioni. L’incremento degli alloggi da 195 a 230 era già previsto dalla Giunta Corsini, semplicemente perché stava nelle norme del Contratto di Quartiere. Il costo dell’abbattimento previsto da Paroli era di un milione ed è salito a 5 mln. Il  decantato terzo posto regionale in graduatoria è stato stabilito nel dicembre 2008; dopo allora il progetto è stato cambiato radicalmente altre tre volte! Senza alcun voto di Consiglio. Il costo previsto da Corsini era di 18 mln (il più a carico della Regione), quello previsto da Paroli 40 mln. (il più a carico di Comune e Aler). In quanto poi all’asse sociale, con Corsini era di 750 mila euro; con Paroli 4 mln. (scesi poi a 3), ma per il quale – a famiglie ormai sistemate – si è speso meno di un milione. Con gli altri 2 mln che possono essere risparmiati a favore di altre emergenze. Isacchini sa che queste considerazioni non nascono da un mio pregiudizio polemico. Pur su fronti opposti, ricordo bene la nostra collaborazione fattiva e leale. Penso alla vicenda del Residence Prealpino e al patto che con lui si strinse tra Comune di Brescia e Aler, con Prefettura (Tronca e Visconti), Regione (Borghini e Scotti), Comune di Bovezzo (Favalli). Con fuori il “genio guastatori” della Provincia (Cavalli e Bonomelli).

Come ho apprezzato la scelta fatta di recente dall’Aler per “la trasformazione da demolizione a cessione per utilizzo non – Erp” della Tintoretto. Tra difficile situazione di bilancio e la valutazione ambientale (VIA), con qualche nostalgico ritorno di fiamma per l’abbattimento (vedi l’assessore Bianchini in Commissione, alcuni giorni fa), si tratta ora di studiare un nuovo bando non solo per l’alienazione, ma per la riqualificazione urbana ed abitativa. Confidando anche in un nuovo Assessore regionale che non sia lo Zambetti di turno".

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