Il prossimo consiglio comunale della Loggia sarà veramente “rosa”

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(a.c.) Un conto è comporre le liste elettorali cercando di parificare il numero di candidati uomini a quello delle candidate donne, un altro conto è invece votare scegliendo due preferenze obbligatoriamente di sesso opposto. Il prossimo consiglio comunale di Brescia sarà veramente rosa, questo perché la recente legge 215 ha introdotto la regola che ogni consiglio non possa essere composto da più dei due terzi di componenti dello stesso sesso, e ciò implica che sulle schede elettorali si debbano esprimere due preferenze per candidati di sesso opposto (oppure fermarsi a una).

Il principio è lo stesso che ha regolato le recenti "parlamentarie" di Pd e Sel. Non solo: la regola dei due terzi andrà applicata anche alla giunta: dei futuri 9 assessori (uno in meno rispetto all’attuale giunta Paroli) almeno 3 dovranno essere donne (ora sono due, Paola Vilardi e Claudia Taurisano).

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10 Commenti

  1. quote rosa prima, addirittura obbligo di parità adesso. mai una volta che si parli di intelligenza. io non voglio un consigliere uomo o donna, io voglio un consigliere intelligente, serio, onesto. tutto quà. che sia uomo o donna è uguale

  2. Se uno scrive che la Vilardi la Taurisano sono la prova della stupidità delle quote rosa, non vuol dire che la vilardi e la taurisano sono stupide, ma solo che la legge è stupida. Non ci vuole molto per capirlo.

  3. Non mi sorprendo che vi siano resistenze alle novità. Quando si allarga la base elettorale (o per ragioni di classe sociale, di genere, di età o di cittadinanza per gli stranieri) sempre vi sono dei problemi. Le donne votano in Italia solo dal 1946 (con l’eccezione della Toscana che conosceva il voto femminile prima dell’Unità d’Italia, ma che poi venne loro tolto). E’ una forzatura, questa legge, con la doppia preferenza di genere? Direi di sì, ma un punto di vista astratto. Ma quando constatiamo che il nostro Paese registra le percentuali di partecipazione femminile alla vita politica tra le più basse d’Europa, penso che certe “forzature” siano pure necessarie. Se attraverso le “quote”, o simili tecniche, si allarga l’offerta politica (chiamiamola così) sono convinto che rapidamente si allarga e qualifica anche la domanda. E’ avvenuto anche nel mondo delle professioni, dove la presenza femminile si è sempre più progressivamente qualificata. Alla faccia di tanti pregiudizi duri a morire son convinto che vale anche per l’elettorato passivo femminile. Infine. Registro tra le colleghe del centro destra in Loggia delle obiezioni. Con motivazioni che mi lasciano perplesso. Faccio però presente che il percorso è stato, pur con difficoltà, unitario ed ha compreso anche il ministro Carfagna. Basti ricordare il voto finale: 349 voti favorevoli, contrari 25, astenuti 66. Se le colleghe pensano invece che tale legge debba essere solo un merito del centro sinistra, non fingo neppure il dispiacere e mi limito di cuore a…ringraziarle!

  4. Ma che bella pensata!Competenza, onestà, altruismo, senso dello stato, spirito di servizio, civismo, dovere, assicurati da percentuali sessuali…… e siamo tutti più progressisti,riformi sti, buonisti e tranquilli.

  5. Ed ora quante "Minetti"ci ritroveremo in consiglio comunale?
    Non era meglio lasciare che i candidati meritevoli (uomini o donne che fossero) si facessero largo da soli?

  6. La legge riguarda la composizione di consigli e giunte degli enti locali, consigli regionali. Sono quindi escluse le giunte regionali nonchè Camera e Senato ? Se veramente è così, parrebbe di leggere che più si sale verso i vertici della politica ed aumenta il livello di reponsabilità decisionale, più si è prudenti nel certificare di diritto la presenza femminile. Italiani…

  7. Ma guarda piergi che stai scoprendo l’acqua calda… “più si sale ai vertici ed aumenta il livello di responsabilità decisionali più si è prudenti nel certificare di diritto la presenza femminile.… ecc”… è da un po’ che le donne lo dicono e lo ridicono (magari anche lo urlano ma chi le sente?). Se si può trovare uno spazio di azione in cui poter crescere ed esprimersi ben vengano anche le orride quote rosa… non per fare il wwf che vuol salvare i panda come ha avuto l’ardire di dire qualcuno (per quanto pigri e paurosi del nuovo essi siano…i panda, intendo) ma per lasciare spazio nell’arena a tutti. Non ci si può “fare spazio da soli” quando non ci sta proprio almeno un pertugio…Ben vengano a questo punto anche i Bragaglio “femministi” , anche se si svegliano quando i buoi sono scappati dalla stalla….

    E ai Panda: ma dai, uscite da recinto, please

  8. Piergi hai ragione, ma da qualche parte bisogna pur partire. Lo si è fatto modificando il T. U. degli Enti locali. Ma non per la Regione, che al di là di alternare i nomi (misura insignificante) mantiene per ora la preferenza unica. Sulla questione della doppia preferenza, caro Masaniello, si tratta di stabilire non se è astrattamente “giusta”, ma se è utile. Perché qualità e meriti che per ora vengono penalizzati sono quelli della parte femminile della popolazione. Se l’Italia è al 57° posto per le elette, penso che una “forzatura” sia indispensabile. Lo si fa persino (!) per le aziende con lo Startup… e non è tanto un problema di “democrazia sessista”. Se mi considerassi “femminista”, cara Epifania, non sarei credibile neppure per me stesso, guardandomi allo specchio. Per me il problema è ben più grande: è di democrazia tout court. Se l’elettorato passivo femminile (ovvero le elette) è desolatamente basso non v’è altra strada che "forzare le regole”. A sistema di rappresentanza più maturo le quote diventano superflue e spariranno com’è giusto che sia. E come di fatto si sta realizzando nei Paesi scandinavi, dove le “quote rosa” sono diventate soft e persino un impedimento, come per la iscrizione delle donne in alcune Università! Ma è meglio farle sparire vivendo come in Svezia, piuttosto che non volerle per ritrovarci come ora in Italia.

  9. Epifània, la mia riflessione era solo un "ovvioma" su come è stata scritta la legge, all’italiana appunto. Del tipo: facciamo finta che…un contentino…uno zuccherino…e continuiamo a tenere ben salde in mano le maschili redini del governo della cosa pubblica. Purtroppo, dal mio punto di vista.

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