Pensioni, Cgil, Cisl e Uil: “A rischio la cancellazione del diritto delle donne alle pensioni di vecchiaia con 15 anni di contributi”

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I Sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil di Brescia partecipano all’iniziativa di raccolta firme promossa a livello nazionale “per rimediare alle molte iniquità contenute nelle “riforme” previdenziali dei governi Berlusconi-Monti – si legge nel comunicato stampa unitario – aggravate dalle forzature interpretative dell’Inps che, a colpi di circolari, abolisce ulteriormente diritti previdenziali e assistenziali”.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO:

Tra le varie questioni aperte rischia di passare sotto silenzio la cancellazione del diritto delle donne alla pensione di vecchiaia con i quindici anni di contributi (anche volontari) maturati entro il 1992, diritto previsto da specifiche norme, mai abrogate. Improvvisamente, 15 e più anni di contributi non valgono più niente con effetti drammatici sulle persone che hanno cessato di lavorare ormai da molto tempo. La novità negativa di questi giorni riguarda gli invalidi civili totali. Con un “nota bene” dell’Inps, nella corposa circolare del 28 dicembre scorso, il limite di reddito annuo (16.127,30 €) per aver diritto all’assegno di invalidità – dal 2013 – non è più personale ma è comprensivo dei redditi del coniuge. Ciò comporterà la revoca della prestazione a molti invalidi totali e non autosufficienti con conseguenze pesanti nelle situazioni già di estrema fragilità. Per il secondo anno, le pensioni che superano tre volte il trattamento minimo Inps, a partire da circa 1.200 euro netti mensili, sono penalizzate dal blocco della perequazione con una perdita di centinaia di euro all’anno. Una vera e propria ingiustizia che colpisce le pensioni più tassate d’Europa, frutto di una vita di lavoro e di contributi pagati. Sono situazioni inaccettabili che vogliamo impedire mettendo in campo iniziative di mobilitazione.

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