Cgil Brescia, nel 2012 aumentano i tesserati attivi (+ 636) e diminuiscono i pensionati (- 490)

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Con un comunicato la Cgil rende noti i dati sui tesseramenti del 2012:

Il tesseramento è il risultato di azioni concrete. Le entrate derivanti dalle tessere non sono solo una questione amministrativa, ma sono la condizione fondamentale per la nostra autonomia. In tempi di antipolitica, che coinvolgono le grandi organizzazioni in senso lato e quindi anche quelle di rappresentanza dei lavoratori, è bene ricordare che l’adesione (e il sostegno economico) al sindacato è libera.

Nel 2012, per dare l’idea della mole del lavoro, il mantenimento di fatto del numero di iscritti è la conseguenza che, in un solo anno; le nuove iscrizioni sono state ben 17.764 (15,5% del totale degli iscritti). Una ulteriore nota, prima di fornire alcune tracce sui dati. Da tempo la Cgil propone una legge sulla rappresentanza e la certificazione degli iscritti. Una cosa, questa, tanto più necessaria, alla luce della mancata attuazione dell’accordo del 28 giugno 2011. Il discorso è sempre valido, ma lo è ancora più in una fase di divisioni sindacali come questa.

Il nostro obiettivo è di completare l’anagrafe certificata degli iscritti entro la fine del 2013. È un obiettivo sostenuto da tempo dalla Cgil e rappresenta una questione di democrazia importante.

I DATI

Nonostante la grave crisi economica, le tante ore di cassa integrazione, la cessazione di diverse attività con conseguente perdita di posti di lavoro, la Cgil di Brescia chiude il 2012 con 114.666 iscritti. Un buon risultato, in incremento rispetto allo scorso anno. Nel complesso (2012 su 2011) 146 iscritti in più. Considerando solo i lavoratori attivi (esclusi i pensionati), gli iscritti in più sono invece 636. In calo invece i pensionati (490 in meno) dello Spi. Un dato, questo, dovuto al calo delle domande di pensionamento a seguito delle modifiche introdotte sul piano legislativo in materia di requisiti per potere andare in pensione.

I DATI PER CATEGORIA (TRA GLI ATTIVI)

Tra i lavoratori attivi gli iscritti in più sono 636 (51.004, rispetto ai 50.368 di fine 2011). Il dato più significativo è quello che riguarda la Filcams (Commercio e servizi), che cresce del 9,4% in un anno. Un dato particolarmente positivo, soprattutto se si tiene conto che anche in questo ambito la crisi è stata forte e parecchi sono stati i ridimensionamenti. Molto significativo anche il dato del Nidil (i cosiddetti “atipici”, i precari), che in un anno è passato da 744 a 1198 iscritti (+61%). Per quanto riguarda le altre categorie, come si può vedere in tabella, i cali o gli aumenti sono stati di rilievo tutto sommato limitato e diventa difficile trarne delle considerazioni specifiche. Vale però la pena soffermarsi sul dato degli iscritti Fiom, rimasti sostanzialmente gli stessi del 2011. Non era scontato. Il 2012 è stato il primo anno in cui la Fiom è rimasta esclusa dall’Iveco ( a seguito della nota vicenda Fiat) e, come conseguenza, anche da diverse altre aziende. Nonostante questo la Fiom ha mantenuto il numero degli iscritti: il segno, se ce n’era bisogno, di un forte radicamento tra i lavoratori e le lavoratrici.

DONNE

Le donne iscritte sono 45.990, oltre il 40% del totale. Oltre allo Spi, le cateorie nelle quali sono maggiormente presenti sono Funzione Pubblica (70%), Filcams (Commercio e servizi) ed Flc (scuole e università) dove sono oltre i due terzi del totale degli iscritti.

IMMIGRATI

Gli immigrati iscritti (tutti tra gli attivi) sono 10.821, il 21% del totale tra gli attivi e oltre il 9% in più rispetto al 2011. Le categorie nelle quali sono più presenti – con percentuale superiori al 40% tra gli scritti – sono agricoltura (Flai) ed edilizia (Fillea). Alte le percentuali anche nel trasporto (Filt) e nel metalmeccanico.

Ultime considerazioni

Non ci soffermiamo sull’attività dei nostri uffici, ma le 32mila pratiche gestite dall’Inca nel 2011, così come le migliaia di vertenze seguite dai nostri uffici vertenze danno il conto di un’attività quotidiana capillare ed intensa. Non dimentichiamo infine l’attività di servizi quali il Sunia, Federconsumatori e Auser (nel complesso oltre 10 mila iscritti): sono associazioni che svolgono un prezioso lavoro di consulenza e di tipo associativo e che hanno uno stretto legame con la Cgil (quasi un terzo degli iscritti a queste associazioni, ha anche la tessera della Cgil).

Siamo la provincia a livello nazionale con il più alto numero di contratti di solidarietà firmati. Nella nostra provincia, in modo unitario dai sindacati dei pensionati, sono stati anche sottoscritti accordi sociali in 116 Comuni su 206. Ci sono cose che ci dividono dagli altri sindacati, ma non viene meno la capacità di fare contrattazione sul territorio e in azienda. Sotto attacco da tempo, anche in questa campagna elettorale, siamo e resteremo un sindacato con la propria autonomia e indipendenza. Non per questo vuol dire che, anche in questa campagna elettorale, non faremo proposte. Convinti, lo ripetiamo da quando questa crisi è cominciata che il lavoro deve tornare al centro dell’agenda politica.

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1 COMMENT

  1. L’unica cosa in positivo di questa CGIL è il bilancio. Che per altro non è obbigatorio pubblicare in quanto il sindacato è paragonato ad una ONLUS. Un aspetto di questa casta di cui se ne parla sempre troppo poco e che invece ha un organizzazione capillare in tutto il paese che prende contributi sia dai stessi tesserati sia dallo Stato. Quindi soldi di tutti. Una sanguisuga al servizio dei suoi tesserati e spesso neanche per quelli.

  2. c’é poco da criticare. magari fossero tutti come la cgil che pubblica, pur non essendo obbligata, il bilancio sociale. Questo va oltre il bilancio economico ma valuta anche i risultati ottenuti, gli obiettivi ed il miglioramento. magari tutti i partiti e le organizzazioni con finalitá pubbliche rendessero conto di quello che fanno pubblicamente e non solo in termini economici.

  3. E’ dai primi anni ottanta che la CGIL ha smesso di essere un sindacato per diventare un carrozzone parapolitico. un tempo fare il sindacalista era un rischio (licenziamento), poi e’ diventato una carriera. Quuanti sindacalisti sono tornati in fabbrica al termine del mandato? Vero e’ che il mandato non termina mai. In compenso quasi tutti i sindacalisti abbracciano la carriera politica, che siano di CGIL, CISL, UIL o che altro, poco importa, oppure sono destinati a qualche incarico in consigli di amministrazione di qualche carrozzone pubblico. Percio’ non riesco a entusiasmarmi dei "successi" … sindacali.

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